Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/504

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parte seconda 427

quel sostanziale mutamento, che altri pretende, specialmente per quel che concerne l’idea di Dio e dello spirito.

§ 5. — L’uomo ha ricevuto dal Thien un insieme di doti, di facoltà, di tendenze, il quale forma quel che si chiama «Umana natura (Sing). Questa, venendo, come s’è detto, dal Cielo (Thien), ha anche nome Thien-ming. Con tal vocabolo non solo s’è voluto indicare la natura dell’uomo in sè, ma anche il fine, a cui essa è indirizzata per voler celeste; imperocchè la umana natura è composta appunto di quelle capacità, che la rendono atta a conseguirlo. Queste capacità e potenze dell’animo, unite in una potenza sola, sono eziandio chiamate Ming-té «Luminosa ragione»; affine d’indicare che sono efficaci a illuminare la via, che l’uomo ha da percorrere, per arrivare alla meta prestabilita dal destino. — Quel che si chiama Sing è dunque la natura umana riguardata in sè stessa; quel che si chiama Thien-ming, la natura riguardo al fine, a cui tende; e quel che vien detto Ming-té, è la natura riguardata come mezzo capace a conseguire quel fine.

Conformarsi in tutte le azioni della vita alla propria natura è dovere supremo dell’uomo; procurando però che essa si conservi costantemente nello stato di primitiva purezza. Laonde fa d’uopo, ch’essa splenda sempre senza macchia alcuna, ch’essa non sia mai offuscata dal non armonico manifestarsi de’ sentimenti dell’animo. Il fine di tutta la scienza è d’impedire con ogni mezzo che si eccitino in cuore passioni disordinate, che l’eccesso d’un sentimento non impiccolisca gli altri, o gli uccida anche; che insomma si mantengano inalterati quell’equilibrio e quell’armonia tanto avuti in pregio dal Cung-yung, e tanto salutevoli. Per far ciò s’imposero all’uomo doveri inverso sè e inverso gli altri; e questi doveri si dedus-