Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/553

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476 parte seconda

Tao produce gli esseri, li nutrica, gli alimenta, li fa crescere, li matura, li perfeziona, li protegge».1 — Se ad alcuno venisse in mente di scorgere nel Tao un Jehova taose, come alcuni hanno riconosciuto un Jehova confuciano nello Shang-ti, il passo che segue, il quale nell’originale vien subito dopo a quello ora citato, son certo torrà loro l’inganno. «Il Tao crea gli esseri, ma non se li appropria; li fa ciò che sono, ma non se ne gloria; regna su di essi, ma li serba liberi». — Questo stesso concetto è ripetuto anche in altri capitoli.2

Il Tao è anche chiamato il Non-essere. «Tutte le cose sono nate dall’essere, l’essere è nato dal non-essere».3 E il commentatore osserva: «L’infinito numero degli enti ha avuto nascimento dal Cielo e dalla Terra, i quali, avendo un posto determinato nell’universo, son quel che nel testo è detto essere; il Cielo e la Terra sono nati dal Tao, il quale, non avendo forma ed essendo vacuo, è detto il non-essere». «Il Tao era prima che fossero e Cielo e Terra».4

Il testo sacro de’ taosi insegna, che il Tao cominciò ad aver nome, quando esso principiò a dividersi;5 e, come il Thai-ki della scuola de’ filosofi de’ Sung, diventò creatore appena perse la sua unità originaria. «Il Tao produsse l’uno, l’uno produsse il due, il due produsse il tre, il


  1. Tao-té-king, cap. li.
  2. «Quando (il Tao) ha fornito di pregi una creatura, non la riguarda come cosa sua: ama nutrirla e allevarla, ma non farsene signore». Cap. xxxiv. — «Egli (il Tao) produce gli esseri, e non li riguarda come sua proprietà; li benefica, e non esige da essi riconoscenza; è il potente fra essi, ma non se ne crede il padrone». Cap. x.
  3. Ibidem, cap. xl.
  4. Ibidem, cap. xxv.
  5. Ibidem, cap. xxxii.