Pagina:Il Buddha, Confucio e Lao-Tse.djvu/586

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parte seconda 509

Covare continuo rancore pe’ torti che alcuno ci ha fatti. (19)

Nascondere le proprie imperfezioni e i propri vizi. (66,48)

Calunniare gli uomini dabbene, e dir male degli uomini di merito. (4, 67, 108)

Lasciar credere d’aver fatto il bene quando non s’è fatto; o lasciar che la colpa di qualche nostro peccato ricada su altri. (35, 62)

Diffamare gli altri ed esaltare sè stessi. (109)

Accattar lodi non meritate. (65)

Essere ingiusto nell’amore e nell’odio. (145)

Parlare in un modo e pensare in un altro. (106)

Pronunziare ingiusti giudizii. (14)

Sfuggire per caso a un gastigo meritato, e dimenticar poi la vergogna d’averlo commesso. (62)

Intimorire la gente. (98)

Darsi inconsideratamente in braccio a’ cattivi compagni. (102)

Cercare di ottenere più di quello che il destino ha stabilito che dovessimo avere. (117)

Ostinarsi a soddisfare, a tutti i costi, a’ proprii capricci. (13)

Volere riuscire in imprese che non son da noi. (118)

Usare astuzia e frode per riuscire in un intento. (94)

Odiare e maledire coloro, che non hanno voluto assecondare qualche nostro disegno. (83)

Far cose di nessuna utilità. (142)

Inventar frottole, o usar frodi o artifizii. (10)

Prestare ascolto alle chiacchiere della moglie o della concubina. (103)

Tenere in non cale le cose vecchie, quando si hanno le nuove. (105)

Distruggere le messi in erba. (59)