Pagina:Il Canzoniere di Matteo Bandello.djvu/318

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Il Canzoniere 315

     15Che sonno fosse, nè volea svegliarmi;
     Ma dalla bella man sentii lasciarmi!


V. 8. Quel, quel suo; schietto, perfetto, senza difetto.

V. 9. Io fo ritorno a te; spesso vedemmo, o per assenza di lui o di lei, la Mencia lontana dal Bandello.

V. 12. Dubitai di scorno, temetti d’esser scornato.


XXI.

La Mencia risplende in terra come un vivo sole; ella è sola donna in terra.
      Poca o nessuna novità di concetti; pochissima di forma. È tra i componimenti riesumati dal Pèrcopo, l. cit.
      Sestina.


Nè sopra colli star più bianca neve,
     N’al mormorar dell’acque i schietti fiori,
     Nè così bella uscir la candida alba,
     Nè più lucenti in ciel le chiare stelle,
     5Nè donna mai, più vaga, vidi in terra,
     Come risplende il mio celeste Sole.
Questo chiaro leggiadro e almo Sole,
     Che me riscalda quant’è fredda neve,
     E m’insegna lasciar l’avara terra,
     10Ognor riapre nove gemme e fiori,
     Quando che gira quelle vive stelle,
     Che fanno invidia a l’apparir de l’alba.
All’ora ch’a fuggir comincia l’alba,
     E fuor de l’Oceàno uscisse il sole,
     15Fuggon del cielo le minute stelle,
     E stilla, giù da monti, ghiaccio e neve,
     Le piagge adornan persi e gialli fiori,
     E nova luce piglia l’alma terra.