Pagina:Il Dio dei viventi.djvu/103

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vedeva le sue mani e l’ombra delle sue mani sulla tela e l’ago e l’ombra dell’ago ficcarsi nella tela con un movimento misterioso; e aveva paura che la donna mormorasse fra di sè maledizioni e scongiuri.

— Non sono più venuto, Lia, perchè in questi ultimi giorni le disgrazie mi sono fioccate come la grandine. Una sventura non viene mai sola. Forse saprai già dell’incendio.

Il viso di lei parve farsi più acuto per un lieve sorriso di scherno.

— Che cos’è una tettoia per te, Zebedeo Barcai? Se ti lamenti per questo! O forse devi venire da me per prestarti cento scudi per accomodarla?

— Beffami pure — pensava Zebedeo — se ciò ti fa piacere e sminuisce il tuo odio, beffami pure.

— Eppoi ho il bestiame malato, e anche il mio Bellia ha una mano malata. (Sapeva Lia o fingeva di non sapere? Il suo viso s’era abbassato e si nascondeva. Bisognava dirle tutto? Bisognava.) Gliel’ha morsicata il puledro del povero Basilio, e