Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 222 — |
tore abbaiandogli contro e tentando di mordergli i piedi, poi rassicurato dai gridi e dai cenni del padrone si sdraiò tra i due e divenne subito amico del vagabondo.
La madre provò gelosia anche di questo: avrebbe voluto che Rosa parlasse male al suonatore: e infatti appena Bellia fu in acqua, la serva si avvicinò e frenando la sua stizza disse piano:
— Non ti venga in mente di bagnarti qui, oh; i nostri ospiti non vogliono.
Il suonatore la guardò sorpreso con i suoi occhi d’uomo triste; e senza rispondere balzò in piedi riprese il suo strumento e andò a mettersi più lontano, di là degli scogli. Il cane lo seguì e Bellia gli faceva cenni dal mare quasi avesse indovinato le parole della serva e volesse chiedergli scusa.
Allora la madre rimproverò Rosa:
— Non si scaccia così un poveretto, come un cane. Adesso Bellia s’irriterà.
— Lasciate che si irriti, altrimenti finirà col portarvi quel lebbroso in camera vostra.
Bellia non s’irritò, non disse nulla, ma