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medesimo nel XII secolo, comprendendo dei proprii limiti dall'una parte le pievi di Biasca, di Blegno e di Faito, che furono più tardi cedute agli Svizzeri e spettano al canton Ticino, mentre oggi giorno sono ancora sotto la giurisdizione dell'Arcivescovo di Milano, e dall'altra la pieve di Omegna colla corte di Cerro. Noi poi vedremo tra poco, quale argomento si abbia per affermare entro i limiti di questo stesso contado anche la pieve di Margozzo all'epoca medesima dei Carolingi. Per la qual cosa non esiterei di conchiudere, che il territorio di Milano, come ho sospettato sin da principio, anzi che in nove, potesse essere stato diviso in otto soli contadi, comprendendo nel contado di Stazona anche l'Ossola, tuttochè più tardi da esso smembrata, e costituita il parte essa stessa in separato contado.

Ben mi avveggo che queste sono conghietture più o meno probabili secondo il fondamento che ne presta la base, sulla quale si appoggiano. Ma nella storia particolare dei luoghi nell'epoca, della quale trattiamo, anche le conghietture possono trovare il posto loro. Toccherà poi ad altri, che vorranno pigliare ad esame queste mie conghietture, o su nuovi documenti, che si potranno scoprire, o su altri che sfuggirono alle mie ricerche, rigettarle o approvarle od anco modificarle come che sia. Credo però che non sarà senza frutto anche per essi il lavoro da me intrapreso, qualunque possa essere il risultato delle nuove indagini loro.


CAPO IV.


Del Contado di Seprio in generale e di Canobio in particolare.


L'esistenza all'incontro di questo contado all'epoca de'Carolingi è indubitata per la testimonianza di più carte che ancor ci rimangono. Dalla descrizione che ne abbiamo data colle pa-