Pagina:Il Lago Maggiore, Stresa e le Isole Borromee - Vol. 1.pdf/233

Da Wikisource.

— 214 —

sità essendosi da poi scoperta, egli venne altresì condannato dai tribunali1.

Esclusa pertanto questa, rimane che la prima memoria del nostro Contado sia quella che ci venne dalla carta già nota dell'11 settembre 807 dell'epoca stessa di Carlo Magno, al quale dobbiamo l'istituzione dei nostri contadi. Fu anche questa pubblicata nel detto Codice Longobardo sotto il n.º LXXXIV. Prima però di far parola di essa dobbiamo qui procurare di fissare colla maggior possibile precisione i confini di questo contado e discorrere alquanto particolarmento di Stazona, suo capoluogo.

Noi già abbiamo data di sopra la descrizione di questo Contado, quale il Giulini opinò, che fosse nel XII secolo. Diverse modificazioni dobbiamo però fare ad essa risalendo all'epoca dei Carolingi. Comprendeva in questo tempo sulla sponda Orientale del Lago il territorio soltanto che si estende da Sesto Calende sino ad Ispra, cinto tutto all'intorno da questo lato dal Contado del Seprio. La sua ampiezza maggiore era oltre il Lago abbracciandone tutta la sponda Occidentale da Castelletto sulla destra del Ticino sino a Locarno e all'intera sua Pieve. Secondo il Giulini era eccettuata da questo lato la Pieve di Canobio, ch'egli aveva compresa in quello di Seprio, e la Pieve di Mergozzo, ch'egli ascrisse al Contado d'Ossola. Ma da ciò che abbiamo detto di queste due Pievi e in particolare discusso intorno all'accennato Contado dobbiamo ora dire che queste eccezioni non hanno più luogo, essendo nostra opinione che il Contado di Stazona si estendesse eziando oltre le sponde del Lago ed abbracciasse superiormente tutta l'Ossola dalle som-

  1. Altro simile impostore di documenti falsi del secolo VIII fu Monsignor Dragoni primicerio della Chiesa Cremonese. Ventitrè di quelli fabbricati da lui, che spettano alla città di Cremona furono mandati dal Cav. Morbio al Troya, che li pubblicò come preziosissimi e degni di particolare commento. Ma venuto a morte il Dragoni furono scoperte tra le sue carte anche le bozze di quei Documenti colle correzioni e posteriori mutamenti: e la frode per questa via si rese a ognuno palese, come narra il suddetto Co. Porro ivi stesso alla pag. 138.