Pagina:Il Magno Palazzo del Cardinale di Trento (1539).djvu/5

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zato lasciare adietro una delle piu principali cioe il fingere: perche l’eccellenza de i dipintori, e d’altri valenti artefici istigata da V. Illustrissima, e Reverendissima S. e dalla sua liberalita; tanto ha assottigliato gli ingegni loro, che luogo alcuno di fingere non m'han lasciato. Per il che posso largamente dire che non fabole, ma vera historia nelle mie rime canto. Hor come si voglia tal qual si sia il poema mio (come in altre opere più gravi, quali del continuo fabrico, m’è necessario fare) l’offero, dedico, e presento a V. Illustrissima, e Reverendissima S. E benché io sappia che quella poco si cura delle proprie laudi, nondimeno per havergli io gia piu tempo offerta la perpetua servitu, cioche di me esce di buona ragione debbe essere di V. Illustrissima, e Reverendissima S. la qual sono certissimo che havera l'opera grata. Perche non puo non dilettare all’orecchia nell’udire quello, che tanto diletta all’occhio nel mirare. Dopo questo conosco esser tanta l'humanità di V. Illustrissima, e Reverendissima S. e tanta l'affettione, che quella per sua innata bonta ha sempre havuta verso di me suo humil servidore, che non potra tal opera se non esserle in protettione, e dilettarle assai, alla quale humilmente basciando la sacratissima mano mi raccomando.