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il mistero del poeta 61


— Penso — risposi — che abbraccerei Leopardi e piangerei con lui, e gli direi: che poeta sei e che cieco! Questa nobil natura che si contrappone così grande e forte alla madre maligna degli uomini, chi te l’ha infusa? La stessa madre maligna? No. Te la sei creata tu? No, no. Ma bisogna dunque che tu abbia un padre benigno; e questo fonte di bene, chi è? Sai perchè ti ha fatto un tal dono! Sai cosa ti domanda, cosa ti prepara? Tutta la tua nera filosofia cade.

— Come dev’esser felice, Lei, — disse Mrs. Yves — di pensare così. Io non posso. Io non credo che sia un bene neppur la natura nobile. E poi non credo nella stabilità di alcun sentimento umano. Mi hanno detto di Leopardi ch’ebbe anche lui paura di morire.

Le osservai, un po’ tristemente, che non sapevo come le potessero piacere, con queste idee, i miei versi.

— Oh sì — diss’ella — tanto mi piacciono. Amo di poter sognare che ha ragione Lei, che vi sono veramente degli esseri, dei sentimenti come quelli che immagina Lei. Vorrei almeno