Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/161

Da Wikisource.

Dalla miseria tua, Lucrina, mira
Qual amante seguisti, e qual lasciasti,
Mirai da questo colpo: e, cosí detto,
Ferí sè stesso, e nel sen proprio immerse
Tutto ’l ferro, ed esangue in braccio a lei.
Vittima e sacerdote in un, cadéo.
A sí fero spettacolo e sí nuovo
Instupidí la misera donzella
Tra viva e morta, e non ben certa ancora
D’esser dal ferro, o dal dolor trafitta:
Ma come prima ebbe la voce e ’l senso,
Disse piagnendo: 0 fido, o forte Àminta!
O troppo tardi conosciuto amante,
Che m’hai data, morendo, e vita e morte!
Se fu colpa il lasciarti, ecco l’ammendo
Coll’unir teco eternamente l’alma.
E, questo detto, il ferro stesso, ancora
Nel caro sangue tiepido e vermiglio,
Tratto dal morto e tardi amato petto,
Il suo petto trafisse; e sopra Aminta,
Che morto ancor non era, e sentí forse
Quel colpo, in braccio si lasciò cadere.
Tal fine ebber gli amanti; a tal miseria
Troppo amor e perfidia ambodue trasse.