Pagina:Il Pastor fido e Compendio della poesia tragicomica.djvu/201

Da Wikisource.

E s’incontraro i nostri baci (oh caro
E prezioso mio dolce tesoro
T’ho perduto, e non moroV):
Allor sentii dell’amorosa pecchia
La spina pungentissima soave
Passarmi il cor, che forse
Mi fu renduto allora
Per poterlo ferire.
Io, poich’a morte mi sentii ferito,
Come suol disperato,
Poco mancò che l’omicide labbra
Non mordessi e segnassi:
Ma mi ritenne, oimè! l’aura odorata
Che, quasi spirto d’anima divina,
Risvegliò la modestia,
E quel furore estinse.
ERGASTO.
<Q Oh modestia, molestia
Degli amanti importuna!
MIRTILLO.
Giá fornito il su’ arringo avea ciascuna,
E con sospensYon d’animo grande
La sentenza attendea;
Quando la leggiadrissima Amarilli,
Giudicando i miei baci