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156 emilio salgari

belva rinchiusa in una gabbia, la fronte burrascosamente aggrottata e le mani raggrinzite sul petto.

— Narrami tutto — disse ad un tratto, fermandosi dinanzi al portoghese e vuotando d’un fiato solo una tazza di whisky.

Yanez, più brevemente che potè, raccontò le diverse avventure toccategli dopo la partenza da Mompracem e che già noi conosciamo.

Sandokan le aveva ascoltate in silenzio, senza interromperlo.

— Ah, questa nave è nostra? — disse quando Yanez ebbe finito. — Sta bene: faremo guerra all’Inghilterra, a Sarawack, al figlio di Suyodhana, a tutti!

— E dei nostri prahos che cosa ne farai? Non potrebbero seguire questa nave che fila come un pesce veliero. Vorresti affondarli?

— Li manderemo nella baia d’Ambong. Colà abbiamo degli amici, che li terranno in consegna fino al nostro ritorno, mantenendo un equipaggio solo sulla Marianna.

— Che ci seguirà?

— Potremmo averne bisogno più tardi.

Lasciarono il quadro e salirono in coperta, dove Kammamuri, il prode maharatto e Sambigliong li attendevano.

La nave filava a piccolo vapore verso oriente, seguìta a breve distanza dalla Marianna di Sandokan e dai prahos, i quali avevano il vento in favore.

In lontananza si profilavano debolmente le alture di Labuan, indorate dagli ultimi raggi del sole, prossimo ormai al tramonto.

Alle nove di sera l’incrociatore s’arrestava a mezzo miglio dalla spiaggia, di fronte al luogo dov’erano stati sbarcati i due marinai, potendo darsi che il segnale venisse fatto quella notte stessa.

Nessuno aveva acceso i fanali, nemmeno la poderosa nave onde non attirare l’attenzione delle cannoniere inglesi a guardia dell’isola.

Erano trascorse quattro ore, quando un razzo verde s’alzò sulla cima d’una scogliera. Yanez, Sandokan, l’americano e la giovane indiana che stavano chiacchierando sulla plancia di comando, seduti su delle poltrone a dondolo, si erano bruscamente alzati.

— Il segnale dei miei uomini! — aveva esclamato lo yankee. — Sapevo che erano due furbi quelli e che non avrebbero perduto il loro tempo nelle taverne di Victoria.

Ad un suo comando un marinaio lanciò un razzo rosso a cui i due americani risposero subito con un altro d’eguale colore.

Poco dopo una sottile linea oscura si staccava dalla scogliera,