Pagina:Il Roccolo.djvu/64

Da Wikisource.

D I T I R A M B O. 37

Poggio, e le sponde mie (dove sovente
Ospiti ha Prenci, e Re) con questa in petto
Risveglia l’estro, ed il Cantore argivo,
E il Mantovano illustre, e il Venusino,
E il divin Ferrarese, e il Tosco Cigno
Col dolce canto ad emular s’innalza.
Perchè sa, ch’è gran pazzia
Dir, che sia
De’ Poeti il beveraggio
D’acqua pura una sorgente,
Che il Cavallo piumalato
Scaturir già feo d’un sasso
Con un calcio in Elicona.
Un Uom saggio
Tal follia non crederà.
Chi non sà,
Che il poetico furore
È un calore,
Una fiamma vivardente,
Che scalda il cerabro,
Che accende i spiriti,
Che l’estro suscita,
Ch’agita l’anima,
Che crea le immagini,

    concorrono continuamente i Forestieri. In così bel soggiorno allogiarono più volte ancora gran Principi trattati dalla munificenza di queste splendidissimo Cavaliere.