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412 capitolo ottavo

contro un uomo gradito al Papa. Intorno al Papa gli animi erano divisi. Gl’intransigenti più fanatici, contrarii al cardinale segretario di Stato, caldeggiavano la nomina sgradita al Quirinale per la sede arcivescovile di Torino e disapprovavano gl’intrighi segreti col Governo italiano. Secondo il loro capo, l’Eminentissimo che donna Rosetta si proponeva ora di visitare, altri mezzi dovevano adoperarsi per sottrarre il Santo Padre alla influenza pestifera di un razionalista inverniciato di misticismo. Queste cose l’Albacina le sapeva dall’abate Marinier che veniva a sorriderne argutamente nel suo salotto. Bisognava sentire quanto veleno di accuse, con quali arti, si seminava dagl’intransigenti, tutti d’accordo in questo, contro quel povero diavolo di razionalista mistico del quale l’abate sorrideva non meno che de’ suoi nemici!

C’erano novità anche al ministero dell’Interno. Quali novità? Donna Rosetta stava per rispondere quando la carrozza si fermò davanti a un grande convento. Il cardinale alloggiava lì. Donna Rosetta discese sola. Dal cardinale la presenza di Jeanne non occorreva, sarebbe anzi stata inopportuna. Occorreva in altro luogo. Jeanne attese in carrozza, crucciata di non sapere ancora, dopo tante chiacchiere, il perchè di quella visita. Passarono cinque, dieci minuti. Jeanne si rizzò sulla persona, dall’angolo dove si era raccolta nei suoi pensieri,