Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/248

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. ¦ // sofista. 231 I Teet In che modo? I Por l'° saPra’ P'ù fac'lmente se Pr'ina a^' • rhe cosa esse sono e in che differiscono ferri cu .'una dall'altra. Teet Fammi sentire. Por II pensiero e il discorso non sono essi E la stessa cosa, tranne che la conversanti che senza voce avviene dentro dell'anima BttOne\11 .. con sè stessa fu Per 1101 ch,aniato aPPunto Pcn_ siero? Teet. Certamente. Fon- E invece la corrente che da essa (2) esce 0n suono per la bocca, non si è chiamata discorso ? Teet. Vero. For. Ma nei discorsi sappiamo che c'è un'altra cosa? Teet. Quale? For. L'affermazione e la negazione. Teet. Lo sappiamo. For. Quando pertanto questo abbia luogo in 264 silenzio dentro all’anima per mezzo del pensiero, (,) iui-io/oe L’Hirzel, iter Diatog, 1 p. i75t nota questa caratteristica, clic c tanto sostanziale quanto formale di Platone, di concepire il pensiero come dialogo. Veggasi Bignone, Il pensiero platonico e il Timeo, in ‘ Atene c Roma XIII (1910) pp. 218 sg. e cfr. Theaet. p 189 E, Tini. p. 37 B. Il luogo del Timeo non si intende nè si spiega che richiamandolo a quello del Sofista. I21 li ti •/ àir’ ixelwjs fcvfia. È evidente che éy.eivijs si riferisce al precedente Vn,2$Si e ,,on a tiarota come altri intese. 23S