Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/253

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ila. 21 2+2 II sofista. ( scono poi, mentre prima non erano, perda'! qualche altro li fabbrichi all’infuori di Dio fili O adotteremo l’opinione e l’affermazione più...? Teet. Quale? For. Che la natura li generi da una gualciiJj causa spontanea che li fa germogliare indiraiJ dentemente dal pensiero? O (come dicevamo) opera di discorso e di scienza divina e che prtt«a D viene da Dio? Teet. lo veramente forse per la mia poca età passo spesso dall’una all’altra opinione; ma on mirando a te e supponendo che tu ritenga c&J avvenire da parte di Dio, anch’io mi fermo s« questa credenza. For. Bene, o Teeteto. E se noi ti credessimo esser di quelli che poi col tempo pensano altri- menti, ci metteremmo ora per mezzo del di. scorso con gli argomenti più costrittivi a farti convenire con noi. Poiché però io vedo benu E la tua natura, che anche senza dei nostri fragio- nari s’accosta da sè là dove ora dici esser tratto, lascerò: che sarebbe tempo sprecato inutilmente. Porremo dunque che quelle cose che si dicono esser fatte dalla natura avvengano [ter arte divina, e quelle che di queste si compongono (i) Giustamente anche I’Apelt osserva a questo luogo (cfr. anche Die Definitiou des Sv in P/atous Sophslr- " Fleekeisen Ann. „ 1895 p. 257 sgg.), richiamando 3 confronto p. 248 E, che Platone la capacità di rrearr I) attribuisce a Dio c non alle idee. Cfr. più oltre p. j6ó B e i miei Prolegomeni al Timeo capitolo II.