Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/279

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L'uomo politico. Socr. giov. Mi ci proverò. A ine infatti Jjj clic altro sia l’allevamento degli uomini viceversa quello delle bestie. For. Hai diviso proprio bravamente e nnJI damente. Ma badiamo, per quanto si non ci cascassimo un’altra volta. Socr. giov. In che cosa? For. Che non levassimo via una piccolina in confronto di molte e di graQ^^f senza che questa sia una specie: anche 1»' * deve essere una specie. Sarebbe infatti lapiùhSS separar subito dalle altre cose quella che si ce purché ciò potesse accader bene, come tu p^ fa, credendo d’aver già in mano la divisione affrettasti il passo del ragionamento, visto che andava a terminare negli uomini. Ma lo stnoi- zicare, o caro, non è poi senza pericoli; menti- che a tagliare in mezzo si va più sicuri, e pft facilmente si può imbattersi in specie. E peri* nostre ricerche questo ha la massima importerà Socr. giov. In che senso, o forestiero, dici questo ? For. Per la simpatia che sento per la i«a buona indole mi proverò, o Socrate, di parlare ancora più chiaro. Nel presente caso per verità esser chiari in modo che non manchi nulla è inw possibile ; ma per guadagnar di chiarezza tentiamo pure di spingerci più avanti, e sia anche di poco. Socr. giov. Che cosa dunque dicevi, che noi. quando abbiamo diviso testò, non abbiamo diviso rettamente ? For. Press'a poco questo: come se qualcpno,