Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/312

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r L'uomo politico. (jjriioiitc, e da ultimo più rimessamente; di chi: L,li era causa l'elemento corposo della sua com- posizione insito nella sua antica natura d una volta, il quale era pieno di molto disordine, prima di arrivare all’ordine presente (i). Infatti ja colui che lo compose (il mondo) possiede ogni cosa bella e buona; e dalla sua condizione di prima, quanto nell'universo avviene di spia- c cevole e d'ingiusto, tutto questo da essa egli lo ha e lo riproduce negli animali. Quando pertanto sotto al timoniere nutriva gli animali che portava in sè, piccoli erano i guasti che produceva e grandi i beni; come si separa invece da lui, nel tempo più vicino alla separazione egli sbriga sempre tutto benissimo; ma come questo tempo più procede e sopravviene in lui la dimenticanza, più soverchia insieme l'influenza dell’antico disordine, finché poi nel tempo maturo sboccia in D pieno fiore, e pochi i beni e in molta copia la mistura dell'opposto in sè ricevendo, cade nel pericolo della propria rovina e di ciò che in sè contiene. Per questo allora Dio, il quale già l'aveva ordinato, vedendolo in disagio e compassionandolo, che sbattuto forse dalla tempesta di un tanto disordine non precipiti distrutto nella regione infinita della disuguaglianza, tornato di nuovo a sedere al timone, dopo aver voltato ciò che nel periodo di prima, quando E andavr, da sè solo, era stato guasto e disciolto, (il Cfr. Tini. p. 30 A.