Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/375

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3Ó-i L'uomo politico. cose scritte e le norme della patria a far altre cose più giuste e migliori e più belle che prima D su via, le loro lamentele per tale violenza se non vogliono essere le più ridicole di tutte, forse che non dovranno in ogni caso dire piuttosto qualunque altra cosa, ma non già che hanno patito cose turpi e ingiuste e cattive, quelli che furono forzati, per opera di coloro che li hanno forzati? Sock. giov. Dici verissimo. For. Ma forse che se lo sforzante sia ricco sarà giusta la violenza, e se povero ingiusta? O sia che abbia persuaso sia senza persuadere, sia E ricco sia povero, sia secondo le scrittine sia contro le scritture, quando uno faccia ciò che è utile, non deve forse questo essere anche per queste cose il principio più vero del retto governo della città, secondo il quale l'uomo saggio e buono amministrerà gli affari dei soggetti? Come il nocchiero badando sempre a ciò che 297 giova alla nave e ai naviganti, senza por norme scritte, ma tenendo per legge la sua arte, salva i compagni di nave, eosì e a questo modo stesso da parte di chi sappia così comandare si potrebbe avere la giusta fannia di governo, usando egli la forza della scienza come superiore a quella delle leggi ( I ). E per chi comandi con senno, qualunque cosa faccia, non c’è errore, fintanto che (1) Levo qui I* interrogativo, di cui non vedo punto ragione, e che pur lutti accettano; c qui e alla fine del periodo seguente lo sostituisco col punto fermo.