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caratterizza l’orometria generale del gruppo, nella quale più di metà dell’area figura fra i 2000 e i 2500 m. Come per le Pale di S. Martino anche per la Marmolata, se si dovesse rappresentarli con una curva ipsometrica, si avrebbero dei tratti semplicissimi: una linea quasi retta e perpendicolare fino ai 2000 m., un’altra linea che con questa si unisce ad angolo retto fino ai 2500 m. ed infine un lato molto inclinato di piramide che si spinge oltre i 3000 m.

Ecco pertanto i dati ottenuti misurando la superficie dei vari piani altimetrici della Marmolata:

25. A oriente della linea tracciata dal Cordevole, dal Passo di Campolungo e dalla Val di Badia nel territorio veneto fino alla linea che corre dal Passo di M. Croce, lungo il Rio Padola, la Piave, il lago di S. Croce, il Passo di Fadalto e il Meschio — estremo limite orientale delle Alpi veneto-trentine — si protende una serie di catene e di gruppi di non minor importanza per lo scienziato che per l’artista e per l’alpinista. Di essi non possiamo occuparci distesamente: solo accenneremo ai nomi dei singoli plessi e delle vette più importanti.

A levante della. Marmolata l’imponente massa della Civetta (3218 m.) sovrasta al gruppo delle Alpi Agordine, separate per mezzo delle vette modeste del M. Crot (2159 m.), dalle Alpi Zoldane. La punta culminante di queste è il M. Pelmo, un bastione dolomitico che si eleva a 3169 m. Più ricco di piccoli gruppi che vanno succedendosi l’un all’altro è il vasto plesso delle Alpi Ampezzane, racchiuse tra il Cordevole, la Val Fiorentina, il Boite, la V. di Badia, il Rienz; le cime in esso notevoli sono: il Tofana (3241 m.), la. Croda di Lago (2674 m.),