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DEL TANSILLO. 37

CII.


    Alla madre d’Amor, Venere bella
La tutela degli orti il mondo diede,
E non senza cagion, sì come a quella
812Onde il principio d’ogni ben procede:
Ma poi che questa Dea, già nuova stella,
Se ne portò nel ciel sua ricca sede,
Perchè non sia quà più da ladri offesa
816Lasciò degli orti al figlio la difesa.

CIII.


    Non ad Amor, com’è ’l parer d’altrui
(Ancor che sotto ’l ciel cosa nessuna
Nè nascer può nè viver senza lui),
820Ma a quel che dalle fascie e dalla cuna
Ella amò più che gl’altri figli sui;
Il qual, senza cercar maggior fortuna,
Nato si giace ove nascendo giacque,
824Vago sol di morir là dove nacque.

CIV.


    Ella ’l produsse, e Bacco generollo,
Onde spesso da lui toglie il vigore:
Priapo il nominò chi pria chiamollo,
828Benchè in più voci il mondo ancor l’onore;
Non arco in mano, nè faretra al collo
Porta, come ’l crudel germano, Amore;
Con lunga falce in man finger si suole,
832Ma l’arme con che nacque, adopra sole.