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Anno IX. 16 Aprile 1910. Num. 16.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —L’Italica gens — Un prete italiano primo Sindaco di un Comune degli Stati Uniti del Nord-America - a. m. c, Onoranze ad un venerando Sacerdote milanese — Per l’Asilo Convitto Infantile dei Ciechi — a. f. I funerali di don Rua — La Milano Medica.
Religione. —Vangelo della terza domenica dopo Pasqua.
Società Amici del bene. —Caso doloroso — Per la Provvidenza Materna — Pei carcerati — Francobolli usati.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Bibliografia — Diario.

Educazione ed Istruzione


L’ITALICA GENS

Il fenomeno dell’emigrazione, che venne prendendo in Italia proporzioni vastissime, è oggi uno dei più gravi problemi del nostro Paese.

L’Associazione Nazionale, fondata nell’anno 1887 per promuovere le Missioni italiane, ebbe di ciò l’intuito fin dal suo nascere, quando nel primo articolo del suo Statuto s’impose il compito di adoperarsi sempre in pro dei nostri connazionali emigrati, il che non ha mai cessato di fare.

Nell’anno 1888 essa coadiuvò la fondazione dell’Istituto dei Missionari del compianto Monsignor Scalabrini per l’assistenza degli emigranti italiani nelle Americhe: nell’anno 1898 promosse in Torino riunioni e pubbliche conferenze che contribuirono a preparare la provvida legge sulla tutela della emigrazione: nell’anno 1900, auspice Mons. Bonomelli, fondò l’Opera di assistenza degli operai italiani emigrati in Europa, che, sotto la direzione e merce l’apostolato di quel venerando Vescovo, è divenuto il principale istituto di protezione dell’emigrazione italiana, segnatamente nell’Europa centrale.

La stessa Associazione Nazionale rivolge ora direttamente le sue cure ai nostri connazionali emigrati in paesi transoceanici, e chiede all’uopo il concorso di tutti i Missionari italiani, ed anche di quegli Ecclesiastici di altra nazionalità che con alto sentimento di carità cristiana si sono affezionati agli emigranti italiani come a gente della loro nazione, e nel nome d’Italia li invita
tutti a raccogliersi in una vasta organizzazione, l’Italica Gens, federazione per l’assistenza degli emigranti italiani in paesi transoceanici.

L’Italia ha alcuni milioni di suoi figli al di là degli Oceani, in massima parte nelle Americhe, da nessun altro vincolo collegati fra loro fuorchè quello di una comune patria di origine. Si trovano nelle condizioni più svariate; più o meno prospere nell’Argentina, nel Brasile meridionale e in alcuni centri agricoli del Nord America, e più o meno infelici in ogni altra parte, tanto da doversi dire che le condizioni loro sono, in prevalenza, poco buone; alcuni sono abbandonati, isolati in regioni inospiti, soggetti a pericoli e sopraflazioni, altri viventi in strettezze, affollati nei quartieri cittadini, malvisti dai paesi che li ospitano; molti sono analfabeti; tutta gente che in generale si distingue da quella di altri popoli per il tenor di vita più basso, più povero, per la minor considerazione di cui gode. Eppure nessuno disconosce che essa sia fornita di quelle doti di laboriosità ed intelligenza che distinguono la nostra razza.

Tal diversa condizione è spiegata dal fatto che la nostra emigrazione, a differenza di altre, è povera; essa non è appoggiata dal capitale come la Inglese e la Tedesca; perciò, mentre quelle si avviano nei paesi nuovi per impiantarvi imprese agricole ed industriali con progetti determinati e studiati, e con mezzi adeguati al buon successo, i nostri lavoratori invece si riversano nei paesi di imigrazione a masse, avendo a disposizione solo le braccia per lavorare, e vi vanno non solamente senza progetti concreti di colonizzazione ed industria, ma spesso senza nemmeno essere decisi individualmente sul mestiere da prendere.

Essi quindi, necessariamente, come mano d’opera informe gettata sui mercati americani, vengono disgregatamente assoldati e sfruttati, quale strumento passivo, dal capitale straniero. E questo è il meglio che possa avvenire, perchè spesso, come vedemmo nelle recenti crisi, non trovano da occuparsi, e vivendo nella città in squallida miseria, danno triste spettacolo di sè, nuocendo alla stima della loro patria e provocando il risentimento delle autorità locali.