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Anno IX. | Sabato, 19 Novembre 1910. | Num. 47. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
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La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
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Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
Beneficenza
Cifre umilianti in materia di proselitismo religioso
L’istinto e lo spirito di estendere ad altri la propria forma di religiosità, non è di tutte le Religioni, come è facile provarlo con prove di fatto. Anzi, si può aggiungere che quell’istinto e quello spirito sono una particolarità di poche; o meglio ancora oggidì una particolarità del Cristianesimo e del Buddismo. S’intende subito però che, anche in fatto di proselitismo, tra le due Religioni corre un’enorme differenza proporzionale.
È curioso osservare come il paganesimo non abbia mai avuto codesto istinto e spirito; il mosaismo e il maomettismo l’avessero un tempo, per quanto molto ridotto, ed oggidì l’abbiano perduto affatto.
Si capisce subito che ragione di essere di quell’istinto e spirito sia — o libidine di conquista o gentile altruismo. — Ora al paganesimo non arrise mai, nè ambizione di aggregarsi nuovi fedeli, nè brama di partecipare altrui un sopranaturale elevatore o stato senza confronto più nobile e felice. Il mosaismo potè avere — da parte di malinteso orgoglio nazionale l’ambizione di estendersi, e da parte di uomini schiettamente religiosi la carità comunicativa d’un bene inestimabile quale la vera Religione. — Quanto al maomettismo è chiaro che a far proseliti era mosso da un sentimento livellatore, da brutalità, da ambizione.
Più elevato invece il movente del Buddismo, e più facile a capirsi la ragione che lo anima nell’opera di diffusione dei suoi precetti. Il suo codice essendo fattoPerò lo spirito evangelizzatore è eminentemente spirito cristiano; già implicito nel mandato antico, che ognuno si prendesse cura del suo prossimo, e nel mandato nuovo, di amare il prossimo di qualunque nazionalità; fu poi espresso in quei termini di tutta evidenza da Gesù indirizzati ai suoi Apostoli: «Andate, istruite tutte le genti, battezzandole, e finalmente trasfusi nel nostro sangue nella comunione sacramentale che nostro Signore realizza con noi.
Certo, gli Apostoli presero per dette a loro, e nel senso più proprio e imperativo, le parole del Maestro; ma in seguito fecero altrettanto i loro successori, specialmente i Vescovi di Roma, dai quali parti mai sempre l’accorato grido di raccolta, il paterno invito a formare un solo gregge, l’affannosa spedizione di pionieri della conquista cristiana, che ricercassero sino ai confini della terra le ambite reclute che debbono coprire i posti alla gran Cena del Padre di Famiglia. E dopo il Pastore supremo, quanti altri sentirono in cuore la fiamma dell’apostolato, la passione di promuovere gli interessi di Gesù Cristo, e l’amore delle anime! Sono sacerdoti, sono catechisti conversi, sono suore che, in numero sbalorditivo, abbandonano le cose più caramente dilette, la patria, la casa che li vide nascere, e dove potevano ripromettersi gioie e felicità. Uno splendido ideale li elettrizza, li strugge: quello di accontentare la misteriosa sete di anime da cui sono riarse le labbra del Redentore; ed anche il bisogno di partecipare a fratelli lontani e sconosciuti e curvi e gementi sotto la più brutale schiavitù, la luce, la gioia, la libertà, la civiltà massima onde essi godono in abbondanza nella casa del Padre; per quell’istinto di chiamare altri a dividere la nostra gioia, che si sviluppò la prima volta nella donna, nel pastore e nel padre del Vangelo al ritrovare la dramma, la pecorella, il figlio perduto.
Ma l’organismo dell’evangelizzazione non poggia solo qua; poichè gli operai — per quanto numerosi e generosi, eppure tanto inferiori al bisogno, messis quidem multa, operarii autem pauci — debbono venire sovvenzionati per le cose di prima e assoluta necessità, come i viaggi costosissimi, l’erezione e manutenzione di Chiese, ospedali, scuole, farmacie, abitazioni, man-