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Anno X. | Sabato, 3 Giugno 1911. | Num. 23. |
Giornale settimanale per le famiglie
IL BUON CUORE
Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE
Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena
E il tesor negato al fasto Manzoni — La Risurrezione. |
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La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
Rosmini — Opere spirit., pag. 191.
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Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.
SOMMARIO:
Beneficenza
Accademia Musicale all’Istituto dei Ciechi
Nei giorni 27 e 28 maggio ebbe luogo la consueta Accademia musicale estiva. Grande il concorso del pubblico nel primo giorno, più grande nel secondo. Nel primo giorno il Consiglio fu rappresentato dal Presidente cav. dottor Francesco Denti, e dall’ing. Radice Fossati; nel secondo giorno dal Consigliere nob. avvocato Decio Arrigoni. Nel primo giorno fra gli invitati erano pure presenti l’ex-Presidente avv. Benaglia Demetrio, e l’ex Consigliere avv. Lino Barbetta.
Il programma dei pezzi musicali fu assai variato: meritano di essere specialmente ricordati la cantata per il Cinquantenario della proclamazione del Regno d’Italia, composizione dell’allievo Romanelli Giacomo, per coro ed orchestra, di carattere marziale, in alcuni punti splendidamente riuscito; e il Nonetto, per nove istrumenti, composizione dell’allievo Balestrini Fausto, pieno di idee melodiche, bene armonizzate. Le allieve, oltre la cantata, nella quale l’allieva Robbiani si distinse con due a solo, eseguirono il coro di Pessard, Le porgitrici di fiori, un pezzo di squisita delicatezza, cantata con finezza inarrivabile. Se ne volle il bis.
Ecco le parole della cantata, della quale pure nel secondo giorno si volle il bis:Nel Cinquantenario della proclamazione del Regno d’Italia.
- Esultiam!... Lieto un grido a Torino
- Di vittoria l’Italia mandò:
- Della patria inneggiando al destino
- Re d’Italia Vittorio acclamò.
- Quante offese, ripulse, sconfitte,
- Quante pene l’Italia soffrì!
- Di sue genti divise ed afflitte
- Il lamento ogni core ferì.
- Di Novara la notte funesta
- A Magenta il gran dì vendicò:
- Da Marsala al Volturno ridesta
- Garibaldi l’Italia infiammò.
- Il gran voto di Dante compito
- Di Cavour per la bocca si udì:
- È l’Italia un sol popolo unito,
- Dell’Italia il servaggio finì.
- Lungi ancor dall’amplesso fraterno
- La Laguna ed il Tevere stan:
- Son venuti.... Oggi in vincolo eterno
- Gli Italiani con Roma vivran.
L. V.
Finita la cantata, eseguita tra coro e orchestra, da più di ottanta parti, il Rettore lesse il seguente discorso:
«Una parola del Rettore nella solenne circostanza dell’Accademia è consuetudine antica: voi siete tanto gentili di desiderarla, ed io non la nego, pensando che essa può tornare di compiacenza a me che la dico, a voi che l’ascoltate.
«La mia parola si riassume in due frasi: ciò che l’Istituto fa per gli altri, ciò che gli altri fanno per l’Istituto.
«Voi vedete dinnanzi a voi una numerosa schiera di allievi e di allieve: è numerosa, eppure non rappresenta la metà degli allievi e delle allieve che compongono l’intera comunità. Si deve poi aggiungere la schiera dei bambini dell’asilo, e l’altra degli addetti al laboratorio Zirotti. Insieme riunite sono circa 230 persone.
«Ebbene, tutta questa famiglia, riceve qui vitto, vestito, istruzione, salubre e comodo alloggio in un lo-