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IL BUON CUORE 93


alle quali si dedicano i sovrani sono raccolte nell’ultimo numero dell’«Echo de la timbrologie», un giornale, appunto, per i collezionisti.

Mentre a Parigi si vendevano, settimane or sono, i gioielli di Abdul Hamid, una grande Casa inglese trattava a Costantinopoli l’acquisto della collezione di francobolli appartenente all’ex-Sultano, che ha gran bisogno, a quanto sembra, di far quattrini. Abdul Hamid ha dunque tenuto un posto considerevole tra i collezionisti di francobolli. Non si sa se il suo successore, Maometto V, sia anch’egli collezionista di qualche cosa, ma forse gli è vietato di esserlo dai giovani turchi....

Invece, ecco qua, un fulgido elenco di teste coronate che, in una forma o nell’altra, imitan Abdul Hamid. Prima di tutto, i reali d’Italia. Tutti sanno infatti che Vittorio Emanuele III ha una grande passione per la numismatica. Delle sue collezioni di monete antiche è superfluo parlare: essa è, come tutti sanno, meravigliosa. Pochi invece han sentito dire che la regina Elena è anch’essa una collezionista. Raccoglie francobolli, con molta passione; e sebbene si ignori qual valore abbia la sua collezione, si sa però che ella non manca di fare della propaganda filatelica tra le sue dame: infatti, il giornale francese racconta che più di una volta la regina Elena ha ordinato gli albums editi da una grande Casa filatelica di Amiens per farne dono alle sue dame d’onore.

Il principe Alberto di Monaco si occupa oltre che del suo piccolo principato, del regno animale e vegetale marino; ed è noto che egli ha raccolto un ricchissimo museo di oceanografia.

Il re Ferdinando di Bulgaria s’interessa anch’egli del regno animale e vegetale, e colleziona piante, farfalle e fiori, dei quali si occupa egli stesso. Così pure la principessa reale di Svezia e la principessa ereditaria di Romania si occupano di fioricoltura; e la seconda ha magnifiche collezioni di tulipani e di orchidee.

Il re Alberto del Belgio, che ha la laurea di ingegnere, raccoglie macchine: egli possiede nel suo laboratorio tutti i tipi esistenti di apparecchi di telegrafia senza fili e di motori ad esplosione.

La regina Guglielmina d’Olanda possiede una collezione di settanta bambole, vestite nei costumi delle provincie olandesi; e la conserva con grande cura per la sua piccola figliuola. E anche la regina Vittoria di Inghilterra ha una collezione di centotrentadue bambole vestite di abiti confezionati da lei stessa. La vedova dì Edoardo VII, la regina Alessandra, ha raccolto una preziosa collezione di merletti e trecento ventagli di grandissimo pregio: tra gli altri, quelli che appartennero a Maria Antonietta. Per conto suo. Edoardo VII aveva raccolto duecento bastoni da passeggio, d’ogni forma fatti con ogni specie di legno. E un’altra singolare collezione fece Edoardo VII, durante la convalescenza di una malattia: quella dei ritratti e... del peso di tutti coloro che si recavano a visitarlo e che egli stesso pregava di farsi pesare. Egli si divertiva moltissimo quando la bilancia segnava un peso fuori dell’ordinario per qualche principe o principessa del sangue....

Giorgio V, invece, è collezionista di francobolli: il più grande, forse, dei collezionisti di francobolli; e associa alle cure dello Stato e della politica anche quelle della filatelia, promovendo e presiedendo congressi ed esposizioni filateliche. La stessa passione egli ha comunicato ai suoi figli, ciascuno dei quali ha la sua collezione di francobolli.

Alfonso XIII ha imaginato una collezione unica e stravagante: una collezione di oggetti che si riferiscono agli attentati consumati contro di lui! E la collezione incomincia... da un a biberon n avvelenato; prosegue coi resti della bomba sparata dagli anarchici, il giorno delle sue nozze, coi rottami della carrozza ove egli si trovava insieme a Loubet quando avvenne l’attentato di Parigi, con la pelle del cavallo che restò ucciso in quell’occasione.... Una collezione poco allegra, come si vede!

Il re del Siam colleziona... le scatole di fiammiferi, d’ogni forma e d’ogni paese; il sultano del Zanzibar le pendole; il sultano del Marocco fucili, fonografi, biciclette, motociclette, carrozze di gala del secolo XVIII, bigliardi, piccoli battelli a vapore e... animali selvaggi.

Per finire: la regina di Norvegia colleziona i «canards» reali. Essa ha, cioè raccolto tutti gli articoli di giornali che parlano di lei e del suo sposo reale, attribuendo loro le cose più fantastiche. La collezione è raccolta sotto questo semplice titolo: «Ciò che non abbiamo detto e che non abbiamo fatto».

La marina italiana contro i turchi

nell’opera di P. Guglielmotti

(Continuazione, vedi n. 11).


Il frate marinaio.

Perchè Alberto Guglielmotti rivive, nell’evocazione accesa della visione come rivisse, a bordo di navi da guerra, nel peregrinaggio paziente, tutte le battaglie, tutti gli sgomenti e tutte le gioie della sua gente. Ed è questa, anzi, la sua più alta e più bella espressione d’arte: perchè artista egli fu e grande. Lepanto è un episodio, il maggiore: per ottant’anni, dopo l’apoteosi che costò tanto sangue, la flotta pontificia, adunata a squadra permanente, perfeziona le opere di difesa, conquista, coi viaggi, coll’esperimento, i tesori di tecnica che saranno, un giorno, conquiste della nostra marina italica. All’indagine, all’illustrazione di questi anni di pace non oziosa, il P. Guglielmotti porta la gioia serena di un soldato che, riposando, aspetta il tumulto di un ritorno:

«E quantunque io sol uno in piccoletta barca per l’antica età e per la recente ben mi sappia aver già corso acque profonde, e non mai prima da niuno solcate, non però di meno durerò costante anche nelle più vicine ed umili navigazioni, alla vista dei nostri lidi, derivando sempre (come son uso) dalle prime fonti le notizie della squadra permanente, finchè lo squillo della tromba nemica non mi richiami da lungi alla guerra orientale sull’isola di Candia».