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194 IL BUON CUORE


e disciplinare della scuola è affidata ad una direttrice infermiera, coadiuvata da assistenti diplomate e provette per tirocinio all’estero, dove il problema dell’assistenza ospitaliera si è felicemente risolto.

Il funzionamento, per il primo quinquennio, sarà sotto la dipendenza del Comitato promotore, così composto: signore Sita Meyer Camperio, donna Rita Perez Seismit Doda, donna Beatrice Marconi O’ Brien, Rosa De Marchi Curioni, e signori comm. Guglielmo Marconi, Alberto Meyer Camperio e dott. Marco De Marchi.

Direttore sanitario è il prof. Gio. Perez della R. Università di Pavia.

Sono fin d’ora aggregati come consulenti per l’edilizia e per la parte legale, il cav. ing. Luigi Repossi, l’avv. conte Iro Bonzi e il notaio dott. Domenico Riva.

Naturalmente si apre un campo nuovo alla beneficenza pubblica e privata con letti di patronato stabiliti in cinque categorie.

L’inaugurazione.

Il grazioso edificio — un’ala di convento eretto dall’on. architetto Nava, ora egregiamente trasformata e adattata per ospedaletto dal cav. ing. Repossi — già benedetto dal prevosto mons. Pogliani — venne inaugurato nella mattinata di domenica, con innondazione di sole e di aria e con intervento di autorità e personalità distintissime.

La cerimonia si svolse cordialmente tra le arcate gentili del portichetto ricordante il convento e il ridente, fragrante giardino.

Intervenne per il Governo il Prefetto sen. Panizzardi col segretario avv. Gori. Notammo l’assessore Vittorio Ferrari per il Comune, il comm. Sperati per la Deputazione Provinciale, il generale Mainoni per la Croce Rossa, l’avv. Mezzi per l’Ospedale Maggiore, il comm. prof. E. Grassi per il Brefotrofio, il prof. Maroni per l’Ospedale Fatebenefratelli, il senatore Cesare Mangili, il dott. Polli per la Guardia Medica presieduta dal dottor Rezzonico, il prof. Falchi, direttore della Clinica oculistica di Pavia, il prof. Carlo Baslini, i dottori Bertarelli, Bordoni Uffreduzzi, Clerici, Denti, Medea, Pampana, ecc.

Per la prepositura di S. Vittore erano presenti i coadiutori don Pietro Baj e don Gio. Gatti, nonchè il superiore dei Domenicani.

Le signore del gruppo promotore erano circondate da numerosissime signore e signorine, le quali, tra verdi pianticelle, cinguettavano come uccelletti, facendo un coro armonioso, un inno di felicitazioni alle zelatrici ed agli zelatori della novissima opera di beneficenza.

Notammo la baronessa Bagatti Valsecchi, le signore Anna Mylius, Conti, Brioschi, Luling, Lepetit, Maino, Noerbel, Sessa, Zanoletti, la baronessa Saner, la contessa Bonzi, le signorine Scaravaglio, ecc.

La signora Meyer pronunciò un breve ma elevato discorso a nome del Comitato, ringraziando gli intervenuti ed esprimendo sentimenti di speciale riconoscenza per le anime entusiaste e generose incontrate nel difficile cammino percorso dal 1904 in poi. Accennò
all’obbiettivo della istituzione, mirante ad ottenere infermiere istruite ed educate pur colla prospettiva di una carriera rimuneratrice. Inneggiò poi alla graziosa Regina d’Italia, che subito comprese l’alto intendimento del Comitato, ed espresse la certezza di vedere nell’interessamento della cittadinanza una conferma delle nobili tradizioni della Milano benefica.

Il prof. Perez, in un elaborato discorso, illustrò l’alta finalità dell’iniziativa, la necessità di avere nelle infermiere, non delle fredde e rozze spettatrici, bensì delle fedeli e intelligenti cooperatrici dei medici. Pur sciogliendo un inno gentile alle Suore di Carità, eroine decorate fin dai tempi di Napoleone I, anime rifuggenti da ogni idea mercenaria, l’oratore fece comprendere come l’opera di una infermiera idealizzata col nuovo ospedaletto e già realizzata all’estero, verrebbe a completare la missione della suora.

Il prof. Perez diede poi lettura di bellissimi telegrammi di plauso, inviati da S. M. la Regina Elena, da S. M. la Regina Madre, dagli onorevoli Giolitti e Credaro, da senatori e deputati, da medici distintissimi, come Leonardo Bianchi, Chimienti, Durante, De Giovanni, ecc.

Il Prefetto si compiacque vivamente del nuovo trionfo della beneficenza milanese, e, seguito dal Comitato e da tutti gli intervenuti, visitò con vivo interessamento le sale pei malati, l’armamentario lucidissimo, le linde camerette delle allieve infermiere, facendo caldi auguri e promesse di appoggio.

Sono trenta i candidi letti che aspettano i malati nel nuovo ospizio della carità. Il piano superiore è tutto riservato alle allieve infermiere.

Dalle finestre delle sale e delle rosee camerette, lo sguardo riposa sul verde e s’innalza alla splendida cupola delle Grazie, che pare protegga e benedica il nuovo ospizio della carità.

Al momento di congedarci, avendo noi espressa la più viva ammirazione anche per certe particolarità del mobiglio, la gentile signora Rosa De Marchi Curioni ci fece osservare come tutto quello che potesse sembrare eccedente fosse uscito da mani gentili e generose.

Non può mancare il trionfo di quest’opera ispirata a vero progresso ed a carità verso l’umanità sofferente; no, non può mancare il desiderato trionfo, anche per. chè si presenta col nome di un gran trionfatore: Guglielmo Marconi.

A. M. Cornelio.

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi


OBLAZIONI.

La signora Elisa d’Anna di Trento, che visitò l’Istituto e l’Asilo Infantile dei Ciechi, come ringraziamento inviò due pezze di cotonina bianco-rosa, e bianco-celeste, pei bambini e per le bambine dell’Asilo.

N. N., paste pei bambini ammessi alla Cresima.|||
Marianna Balestrini Niccolini, in omaggio alla festa di San Luigi |||
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