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IL BUON CUORE 85


età per trasportarlo in un ambiente che gli sconviene che lo Sciupa; simile accusa non può venire se non da persone prive di ogni esperienza della vita moderna, mentre noi che all’aver conosciuto 1.’azione cattolica nei nostri anni migliori, dobbiamo il beneficio inestimabile d’esserci conservati cristiani, e di sapere non arrossire dell’evangelo, abbiamo il diritto di ad ditare ai censori la schiera innumerevole dei coetanei nostri o miseramente smarriti nell’errore e nel vizio, vergognosamente vegetanti nell’assenza di ogni o• perosità e di ogni genialità, tronchi intristiti al sole alla pioggia dai rami secchi, dalle foglie ingiallite, dai frutti insipidi e flosci. Ma perchè alla necessità di organizzare la gioventù si provveda in modo efficace, occorre non solo scegliere forme di associazioni opportunamente adatte ai particolari bisogni dell’età — e in questo,campc non intendo entrare — ma occorre anche rendersi conto dei caratteri propri dell’azione dei gióvani. Non è che io invochi per loro dei privilegi; no, invoco del rispetto. Segnate al giovane i confini assoluti della verità della onestà, ma dentro questi confini lasciatelo correre, lasciatelo svolgersi liberamente, non pretendete ch’egli cammini col passo misurato e grave dell’uomo che ha sulle spalle l’esperienza e che egli ascolti i consigli della prudenza più di quelli dell’entusiasmo: non gettate acqua sulle fiamme generose che lo riscaldino, non vietate al suo sguardo di fissarsi ansioso nell’avvenire; no, per carità! passa così presto la gioventù, muore così presto l’entusiasmo, così presto si spengono le fiamme, e così presto si stanca l’occhio, che proprio sarebbe crudeltà anticipare questi trionfi del tempo; si vuol dire che nulla c’è di più antipatico di un vecchio giovane: è vero; ma il giovane vecchio oltrechè antipatico è pericoloso, perchè non c’è da sperar frutti per l’autunno da un albero, il quale nella primavera non abbia lussureggiato di fronde e di fiori. Io credo che attraverso a queste immagini sia chiaro il mio pensiero; e credo anche che le applicazioni pratiche ciascuno le possa fare da sè; se le facessi io, guasterei l’argomento, perchè è al criterio di coloro ai quali incombe la responsabilità di dirigere le associazioni cattoliche giovanili che deve rimetersi caso per caso il giudizio: senza dubbio ci saranno anche le circostanze che consiglino il freno: nè io vorrei che mi si credesse fautore di eccessive larghezze: penso però che nelle nostre associazioni giovanili il freno migliore, anzi dirò la regola infallibile, per garantire al giovane nel più ampio sviluppo delle sue libere energie la rettitudine sia la religiosità: perchè l’esercizio scrupoloso ed assiduo delle pratiche religiose mantiene la signoria dello spirito sulla materia, preserva la purezza del costume; ed allora gli affetti più prepotenti e le concezioni più ardite, non saranno mai motivi di temere: saranno al contrario motivo di sperare e di rallegrarsi. Fatele dunque queste associazioni, raccoglieteli questi giovani: aprite loro la palestra sicura in cui

si irrobustiscono per divenir utili collaboratori della causa buona: l’Italia ha bisogno di una gioventù cristiana; ne ha bisogno anche per la difesa delle sue frontiere: ebbene, a noi il prepararli, a noi il fare delle nostre associazioni dei centri di studio e di lavoro, in cui i giovani sotto la dolce e vigile custodia della fede, crescano alla virtù, si addestrino alla vita politica e sociale, si facciano degni insomma di raccogliere e di salvare i destini della patria, degni di porsi alla testa del popolo per guidarlo nelle vie della civiltà, verso le conquiste di una migliore giustizia, nella libertà e nell’ordine che sono promessi ai seguaci fedeli della legge cristiana.


Religione


Vangelo della Domenica detta delle Palme

Testo del Vangelo.

Era vicina la Pasqua de’ Giudei, e molti di quel paese andarono a Gerusalemme per purificarsi. Cercarono pertanto di Gesù, e dicevano tra loro, stando nel Tempio: Che ve ne pare del non esser Egli venuto alla festa? E i Pontefici e i Farisei avevano dato ordine che, se alcuno sapesse dove Egli era, lo denunziasse per averlo nelle mani. Gesù adunque, sei giorni innanzi Pasqua, andò a Betania, dove era Lazzaro già morto e risuscitato da Gesù. Ed ivi gli diedero una cena: e Marta serviva a tavola: Lazzaro poi era uno di quelli che stavano a mensa con Lui. Maria però, presa una libbra di unguento di nardo, liquido di gran pregio, lo versò sul capo e unse i piedi di Gesù, ed asciugò i piedi a Lui coi suoi capelli; e la casa fu ripiena dall’odor dell’unguento. Disse perciò uno dei suoi discepoli, Giuda Iscariote, il quale era per tradirlo: E perchè un unguento come questo non si è venduto per trecento denari e dato il prezzo ai poveri? Ciò egli disse, non perchè si prendesse pensiero dei poveri, ma perchè era ladro e tenendo la borsa, portava via quello che ci era messo dentro. Disse adunque Gesù: Lasciala fare: ella aveva serbato cotesto per il dì della mia sepoltura. Imperocchè i poveri li avete sempre con voi: me poi non sempre mi avrete. In verità vi dico che ovunque sarà predicato il Vangelo, sarà eziandio narrato., a memoria di lei, ciò che questa donna ha fatto. Seppe per tanto una gran turba di Giudei come Gesù era in quel luogo: e vi_andarono non per Gesù solamente, ma anche per vedere Lazzaro risuscitato da Lui. Tennero consiglio perciò i Principi dei Sacerdoti di dar morte anche a Lazzaro: perchè molti, a causa di esso, si separarono dai Giudei e credevano in Gesù. S. GIOVANNI, cap. it.