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IL BUON CUORE 99


La sempre crescente fiducia dei nostri collaboratori sembra a noi che sia plausibile motivo a sperare che l’Italica Gens potrà, senza illudersi in troppo grandi speranze, almeno conservare alla patria ed alla nazionalità italiana una parte nobile e selezionata dei nostri emigranti.

All’Italica Gens dall’Argentina.

Da Rafaela (Provincia di Santa Fè): Ai lettori dell’Italica Gens, che seguono con interesse l’azione dei nostri emigrati, non tornerà sgradito un cenno, per quanto riassuntivo, intorno alla terra che i loro connazionali coltivano in questa ubertosa parte della Provincia di Santa Fè. Dirò brevemente del paese e delle condizioni materiali e morali del nostro agricoltore: La pianura si estende a perdita d’occhio; sori campi coltivati a grano e a lino; prati di al falf a (erba medica) circondati da fili di ferro (alarnbrados); sono pascoli bellissimi e perciò numerosi arment;. Granturco, alberi fruttiferi, viti, si trovano in così piccole proporzioni, da essere tenuti nei giardini co. me piante ornamentali. Il paesaggio vastissimo, non corso da fiumi o torrenti, si estende verde e monotono. Ogni quindici o venti chilometri sorge fra i campi una borgata o un paesello. La principale delle borgate (che qui si chiamano colonie) è Rafaela, fondata l’anno 1882 e capoluogo del Dipartimento. Essa è attraversata da quattro ferrovie e gode di tutte le comodità moderne. Belle, ampie strade, luce elettrica, telefono. Conta importanti case di commercio, opifici meccanici, fabbriche di calce; di sapone, di. paste alimentari; alberghi eleganti. La beneficenza, la vita sociale vi si esplicano con una Società rurale, l’Ospedale, diverse Società di beneficenza e di mutuo soccorso. Attualmente vi si sta costruèndo una nuova chiesa che certo riuscirà per la sua buona architettura e le sue vaste dimensioni un nuovo vanto di questa bella colonia. Da Rafaela si diramano, oltre che le ferrovie, numerose strade carrozzabili che la mettono in comunicazione con le altre colonie del Dipartimento. Queste colonie naturalmente sono di proporzioni più modeste, meno popolate, ma non diverse nella loro costruzione. Eccole: ogni colonia ha una grande piazza, in cui pulsa la vita cittadina. I quaranta o cinquanta edifizi che la formano sono le residenze delle autorità Civili, dei professionisti, le farmacie, gli alberghi, le sedi di piccole industrie; qui si trovano il calzolaio, il fabbro ferraio, il parrucchiere, il sarto. E qui, nel cuore della colonia si trova pur sempre la Chiesa col suo curato, che per lo più è italiano. Alla domenica le famiglie dei nostri agricoltori affluiscono dai loro casolari, al centro. Qui adempiono ai loro doveri religiosi e fanno le loro compere e sbrigano i loro affari, poichè non c’è lungo la settimana un giorno di mercato. (Continua).

Flora siciliana e flora libica (Continuazione del num. precedente)

«Però che i dati metereologici sopra riportati si riferiscono solo per Tripoli, mentre sappiamo che le condizioni delle altre regioni sono assai diverse: così in Cirenaica si ha un clima più uniforme con piogge più frequenti e meglio distribuite, mentre nel Fezzan gli sbalzi di temperatura sono enormi, accompagnati dalla mancanza assoluta di qualsiasi pioggia». Ma migliore prova della importanza della Sicilia come suolo d’esperienze coloniali, è il confronto della flora esistente in Libia con quella della nostra isola. Delle 624 specie di piante riscontrate in Tripolitania, ben 374 si trovano nell’Italia meridionale ed inoltre 28 specie si trovano in Tripolitania ed in Sicilia, mentre mancano all’Italia continentale. Molte di esse sono ubiquità da non tenerne conto — nota il Borzi — ma alcune presentano un vero interesse geografico, mancando in molte altre regioni della zona mediterranea. Pure la flora tripolina è influenzata dal deserto vicino e quindi presenta con la nostra maggiori differenze laddove la flora della Cirenaica su 81c, specie riscontrate, ne ha ben 532 in comune con l’Italia meridionale e 44 che si trovano solo in Sicilia e non nell’Italia continentale. Da tutto ciò — secondo il prof. Borzi — emerge che la floora della Cirenaica a in confronto a quella della Tripolitania, sia ancora più affine a quella dell’Italia, e specialmente della Sicilia. In essa si riscontra meno l’influenza del deserto, come lo dimostra la prevalenza. di alcune famiglie, quali graminacee, leguminose, composte, crocifere, ombrellifere, labiate, e la mancanza di molti fra i generi a tipi adattati alle sabbie sahariche, generi esistenti in Tripolitania. La presenza poi di numerose essenze arboree, esistenti anche in Italia e specialmente in Sicilia, ma non in Tripolitania, ci dimostra comprendere la Cirenaica vere zone boschive quali non si riscontrano in Tripolitania, ed essere queste assai somiglianti a quelle delle nostre regioni, perchè composte delle medesime essenze».

Questa condizione eccezionale dell’Italia come Potenza colonizzatrice, la fortuna di avere una regione quasi nelle identiche condizioni meteorologiche della