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266 IL BUON CUORE


Il sistema terapeutico.

Volendo ora esporre brevemente il sistema di cura, prendo come tipo il sanatorio di Werden - Heidhausen, come primo di fondazione e che ci offre un periodo più lungo di praticità. Esso è pure il gran focolare del movimento, della stampa e letteratura antialcoolica fra i cattolici tedeschi; il nodo dell’organizzazione antialcoolistica tedesca. Tutto questo sistema poggia su tre perni principali: astinenza, lavoro e religione. L’astinenza, ma astinenza, assoluta e totale dalle bevande alcooliche sia fermentate che distillate è, per così dire, il domma fondamentale della cura. Le conferenze, le istruzioni, i libri, le riviste e tutta la copiosa letteratura antialcoolica sono pervasi da questa idea madre e su di essa insistono continuamente. I religiosi (padri e fratelli laici), i medici e tutti’ gli inservienti addetti al sanatorio dànno il generoso esempio di non assaggiar neppure essi goccia di bevande contenenti alcool. Astinenza totale adunque — T otalabstinenz -è la parola d’ordine che risuona nella «Casa San Camillo» e negli altri sanatorii, questa parola l’alcoolico, sempre sorvegliato (e senza danaro) la sente ripetere ad ogni momento, la trova in tutte le letture, ksu tutti i muri, la lvede espressa nelle carte figurative: sempre e dappertutto il ritornello: Tolalabstinezi Così la persuasione, a forza di battere, arriva a rompere e farsi strada anche attraverso la dura cervice del più ostinato e imbestialito d trunkenbold». Altro punto principale della cura è il lavoro, contrapposto all’ozio snervante, padre dei vizi. Il lavoro è regolato o dal medico o dalla stationspater (padre di guardia). E tutti nel sanatorio devono avere le loro occupazioni: vi sono legatori di libri, fabbri, calzolai, falegnami, meccanici, ecc. Altri coltivano i giardini, gli orti o i boschetti del vasto parco; vi è poi chi trova il suo gusto nello studio, nella musica, pittura, scultura, plastica, fotografia, ecc. ecc., secondo i vari genii. Non mancano i giuochi di bocce, birilli e bigliardo ad esclusione dei giuochi di guadagno. Il lavoro fa regnare il buon umore, suscita la nota varia e allegra e fa echeggiare qua e là qualche canto. Il terzo elemento è la ’religione, poichè uno degli effetti primi dell’alcoolismo è pur quello di attutire e smorzare il sentimento religioso: quando l’ideale non è nel cielo lo si cerca in generale tra le bassezze della terra. tiOra, essendo questi sanatorii )di cui parliamo costruiti da cattolici in paesi nella maggioranza cattolica — senza tuttavia escludere altre confessioni — si è creduto necessario chiamare in aiuto alla scienza il potente contributo della religione. La religione richiama i proprii doveri; e la coscienza annegata nelle bevande, un po’ alla volta, viene a galla, si risveglia e si riveste della propria dignità e così illuminata riconosce che se l’abbrutire l’anima è un danno e un’ignominia per la famiglia e per

la società, è pure un gran delitto davanti a Dio, cui presto o tardi convien render conto per l’abuso dei doni. Per questo nel St. Kamillus - Haus «la vita del sanatorio deve rivestire il carattere di una famiglia cattolica» come dice un paragrafo del regolamento. E con questi mezzi quegli esseri degeneri dell’umanità, ritornano lentamente uomini, si richiamano le loro preghiere, assistono alla Messa e si accostano ai Sacramenti. Anche qui fede e scienza si armonizzano nel dare cose insperate. A chi è addetto alla sorveglianza incombe un obbligo assai delicato. Deve essere cioè, l’amico, il consigliere, il conforto dei disgraziati, svagarli fr le bellezze della natura, così il paziente, mentre va rinforzandosi nel fisico, si corrobora ancor più nel morale: prende simpatia alle persone e alla casa e si accorge che questa non è già un ergastolo o luogo di espiazione — come parlando della casa di salute contro l’alcoolísmo si espresse l’on. Turati al congresso scientifico di Milano due anni fa — ; ma piuttosto una invenzione della carità e dell’amore degli uomini verso di lui infelice, perchè possa.presto guarire. Il minimo tempo per la cura nello stabilimento sono sei mesi. Naturalmente, come si è detto, in questo temp9 conviene che il paziente sia.sempre sorvegliato, perchè iri nessun modo possa procacciarsi bevande nocive. Dopo tre mesi di cura, quando subentra un po’ di miglioramento, per poter constatare se la volontà si è rinforzata, è permessa l’uscita libera, anche col danaro in tasca: se però avviene una ricaduta, al, lora per qualche settimana c’è una specie di consegna, la quale consiste nel non poter uscire, almeno senza l’accompagnamento. E’ vero però che nei primi giorni e settimane di cura, nonostante la buona volontà e i fermi propositi del malato, subentra la cosidetta ora triste della tentazione, in cui lo spirito è pronto, ma la carne inferma. La passione tiranna per qualche giorno fa sognare l’alcool con tale vivezza, anzi violenza, che senza gli aiuti esterni che può offrir solamente il sanatorio, la volontà da sola non potrebbe reggersi. Ma passata questa crisi morbosa dei primi tempi, il paziente va sempre più rinforzandosi fino a potersi dominare in qualunque,incontro. Non intendo qui fermaimi sopra il grossolano pregiudizio, definitivamente battuto in breccia dalla scienza, che l’astinenza totale dalle bevande con alcoolici, sia di detrimento alla salute; non vorrei però che si credesse che nei sanatorii si sia dannati a bere solo acqua e sempre acqua! Vi è invece un numero stragrande di bevande prive di alcool, igieniche, rinfrescanti, amabili al palato secondo i varii gusti.. In Germania esistono parecchie fabbriche di tali bibite, controllate e rigorosamente sorvegliate dalle autorità governative, perchè non avvengano adulterazioni.