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342 IL BUON CUORE


Sdegnoso di viltà, non mai capace D’adulazione e di menzogna; appena D’amor, di patria, o d’arte ardea la face Note e carmì scrivea con nova lena. • Chiaro tra noi, e fuor del patria suolo, Sapea ritrar con nobile armonia Il giubilo festante e il fiero duolo. Canti d’amor, di fede, inni di guerra Conóbber la sua facil melodia, Or sorvivono a Lui, s’Ei va sotterra. GIULIA CAVALLARI CANTALAMESSA. Il 3o Settembre alle ore 18 cessò di vivere GIUSEPPE ARRIGO, uomo integerrimo, tempra adamantina di costumi illibati.. Nacque in Mede Lomellina nel settembre 1838. Ebbe compagni di studio Domenico,Cagnoni, Carlo Coccia e Reimondo Bucheron. Ancora giovane ottenne il posto di direttore della banda in Bardi (Emilia) e quindi fu direttore della scuola musicale di Cassine (Alessandria). Fu collaboratore per la parte artistica e musicale della Palestra Musicale di Milano, del periodico La Banda di Roma e d’altri giornali. Iniziò col De Paoli e poi continuò da solo la raccolta di musica sacra che l’editore Vismara di Milano incominciò a pubblicare nel 1869 col titolo: «L’arpa davidica» fu per oltre 3o anni direttore degli studi musicali nell’Istituto Nazionale per le figlie dei militari. Scrisse un’opera buffa Don Stazio e molte composizioni musicali lodate dal Biagi nell’appendice della Nazione di Firenze. Scrisse pregevolissime messe funebri, un album di 25 romanze per piano edito a Lipsia, e moltissimi inni e cori per la scuola e per l’esercito. La salma venne trasportata il 3 u. s. a Genova per essere sepolta come era desiderio del Maestro accanto alla compagna della sua vita Giuseppina Torti. Alle signorine Arrigo così crudelmente provate dalla sventura il sincero cordoglio di «La Scuola Nuova».

I bambini ciechi in villeggiatura.

Villeggiatura passata o futura? Futura. Veramente un articolo, con questo titolo, venne già da noi publicato nel Buón Cuore alcuni anni or sono. Cos’era allora la villeggiatura?

Alla metà del mese di luglio, finito l’anno scolastico, gli allievi e le allieve dell’Istituto erano par Liti per la vacanza. Una parte, la, più notevole, recavasi in famiglia, l’altra parte, la’ meno numerosa, ma pur numerosa, complessivamentet un’ottandi allievi e allieve, era stata condotta a Binago, vicino a Malnate, nella bella casa loro lasciata a questo scopo in eredità dalla nobile signora Marianna Calliani Ca.sciglioni, il cui nome sarà sempre in benedizione presso i ciechi, e in cui ricordo il Consiglio dell’Istituto, nel tempo in cui i ciechi stanno a Binago fa sempre celebrare una messa in di lei suffragio. Cos’era allora la villeggiatura pei bambini dell’Asilo? Partita la comunità,’ il vasto giardino dell’Istituto co’ suoi viali, co’ suoi prati verdi, colle sue ombre, restava libero, disabitato. Era una bazza pei bambini: restavan9 essi padroni dí tutto il giardino dell’Istituto. E se lo godevano! Avevano subito studiato, sotto la guida intelligente della lori direttrice, la signora Pollino, quali fossero le migliori località del giardino per sfuggire il sole e godere le ombre nelle diverse ore della giornata, ora a levante ora a ponente, e vi si sentivano benissimo. Ben pochi bambini, anche di case signorili, avrebbero potuto trovare in Milano una località di svago più comoda, più libera di pericoli, come la loro. Ma igienicamente c’era una terribile assenza, l’assenza dell’aria fresca e ossigenata della campagna, la possibilità di far delle passegiate in mezzo alle pinete ristoranti... Non si poteva mandare a Birago i bambini dell’Asilo insieme alla comunità dell’Istituto? Ci si è pensato cento volte, ma la proposta non era possibile ad attuarsi per mancanza di spazio conveniente e suff icente. I bambini formano un gruppo riunito di ciechi d’ambo i sessi, maschi e femmine, promiscuità, finchè stanno fra loro, senza inconvenienti, essendo i bambini ristretti fra i due estremi d’età, dai quattro agli otto anni. Ma è evidente che questo gruppo non può nell’Istituo essere mescolato, come appendice alla comunità femminile e molto meno alla maschile. Perchè i bambini stiano bene, perchè si possano svolgere nei diversi bisogni della loro vita, liberi, senza preoccupazione di pericoli fisici e morali, è indispensabile che abbiano il loro cantuccio, unito e separato, col resto della comunità. Ciò importa uno spazio determinato pel dormitorio, pel luogo dello studio, per la ricreazione al coperto ed all’aperto.... Questo spazio speciale, que