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lazioni dell’abate Lamennais, del Chateaubriand e del Lamartine. Ma un più largo campo di apostolato si dischiuse al suo zelo quando, sul finire del 1831, si recò a Parigi per compiervi gh studi di giurisprudenza. Mentre la maggior parte dei giovani recandosi a studiare nella «Babilonia francese» vedevano mi.seramente spegnersi la fiamma della loro fede, quella di Ozanam divampò sempre più viva, perchè seppe nutrirla di sì buona sostanza, che il vento dell’incredulità, nonchè smorzarla la rafforzò potentemente. Non pago dei quotidiani consigli ed esempi del grande scienziato cristiano Andrea Ampère, di cui era ospite, Ozanam ebbe cura di avvicinare quel drappello di uomini meravigliosi quali, Chateaubriand, Montalembert, Gerbet, Lamennais (prima della perversioliti) e Lacordaire, per opera dei quali doveva sulle rovine della rivoluzione fiorire una delle.più belle primavere dello spiritualismo cristiano. Animato dall’esempio e dalle esortazioni di questi egregi, che univano allo splendore del genio e della celebrità uno zelo ardente per la causa della Chiesa e della sua libertà, Ozanam prese tosto, in quel vastissimo agone intellettuale, che era la capitale parigina, decisa Posizione di battaglia. Frequentando diversi corsi alla Sorbona e all’Università, non tardò ad accorgersi quanto gli assalti ’che dalle cattedre si movevano contro il cristianesiTuo, fossero’ numerosi ed audaci. Il suo spirito generoso fremette, pensando alle rovine, che quelle massime irreligiose, che si propalavano senza incontrare alcuna opposizione potevano fare. alle anime giovanii:, avvezze a prestare ai loro professori una fede quasi illimitata. Senza paventare le difficoltà dell’impresa l’ardito Federico accordatosi con pochi studenti che condiviidevano le sue idee, decise di fare il possibile per arrestare sulla bocca dei professori anticlericali le bestemmie che scagliavano Contro la religione, Ogni volta che udiva qualche insegnante spropositare un po’ alla grossa intorno al cattolicismo, Ozanam scriveva tosto una confutanone e corredata dalle firme dei suoi condiscepoli amici, l’inviava all’incauto professore. Con questo sistema pratico con coraggiosa costanza,riuscì a disarmare parecchi, tra i quali il celebre Teodoro Jouffroy, che era allóra uno dei maggiori orchirnandristi del razionalismo francese. • Mentre però stava sulla breccia sostenendo con giovanile vigore l’urto. di terribili avversarii, l’Ozanam, da saggio e prudente soldato qual egli era, si mostrava premuroso di accumulare armi e munizioni per la difesa religiosa che urgeva da. ogni parte. Quindi non Pago di seguire le conferenze dell’abate Gerbet, si adoperò presso mons. Di Quelen, affinchè si iniziasse a Notre-Dame un corso di conferenze apologetiche, adatte alle necessità dei tempi, ed ottenne che fosse, affidato al Lacordaire, il quale lo sostenne con quello splendore e con quel frutto che tutti sanno. Infine l’attività apologetica del giovane Federico

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si esplicò pure largamente tra i suoi colleghi di studio e di Università. A Parigi esisteva un circolo Universitario Cattolico, detto Societé des bonnes études». Ma quando l’Ozanam vi si iscrisse il Circolo vivacchiava appena; per dargli un impulso vigoroso egli ne fece un centro di cultura, chiamandolo: Conferenza di storia e di filosofia, e si studiò di attirarvi i giovani, anche non cattolici, con l’intento di istruirli e convertirli per mezzo della discussione. La Conferenza divenne ben presto una lizza intellettuale, dove si discutevano tutte le questioni storiche e filosofiche, che avessero qualche aiztinenza con la religione. Pure anche questo coraggioso tentativo non corrispose alle sue grandi speranze; le conversioni in massa, che egli si era illuso di ottenere per questa via, erano lung: dall’avverarsi. Però queste discussioni con gli avversari ebbero il grandissimo vantaggio di fargli conoscere qual era il vinto debole dell’apologia religiosa sua e dei suoi antici. •

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Nelle numerose dispute sostenute con compagn. increduli, deisti, sankimoniani, furieristi ecc., quando segnalava alla loro attenzione i grandi benefizii temporali, che il cristianesimo aveva arrecati alla umanità, si era spesse volte sentito rispondere: i Se parlate del passato avete ragioni da vendere; la Chiesa ha in altri tempi operate delle meraviglie per il popolo. Ma oggi le cose. sono cambiate; la Chiesa è incapace di fare alcun bene alla umanità. E voi stessi, che vi vantate di essere cattolici, che cosa fate per i poveri e gli infelici?». Ozanam constatò che i suoi avversari sebbene esagerassero come di consueto, non avevano però tutti i torti e nella sua intrepida generosità risolvette di precludere loro anche questa via di scampo. Spirito profondamente religioso egli comprese che il mezzo più sicuro per attirare sulle proprie fatiche apologetiche la benedizione di Dio, era quello di attirare’ la bened:zione dei poveri; e risolvette di fecondare lo splendore della scienza col calore divino deUd carità. Fu questa la intuizione di un genio veramente cristiano. Non si può negare che le’ opere di carità posseggano una forza apologetica al tutto meravigliosa, perchè è istintivo nello spirito umano il sentimento, che la vera religione non può essere che’ quella, la quale sa ispirare la compassione verso tutte le umane miserie e che è capace di provvedervi efficacemente. Sicchè, per quanto alla giustizia e alla scienza sociologica spetti incontestabilmente una parte importantissima nel risolvere la questione sociale, tuttavia forse non va errato chi crede, che l’ultima parola, la parola veramente viva e trionfatrice da opporre all’incredulità ed al sovversivismo, non sia tanto nelle teorie della scienza, quanto nella ispirazione cristiana e nelle ef fusioni della carità. Sotto questo aspetto io non esiterei a dire che S. Vincenzo de’ Paoli abbia fatto di più per la difesa della religione dello stesso Bossuet;