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Anno XIII. 6 Giugno 1914. Num. 23.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —La Mostra postuma delle opere d Filippo Carcano.
Religione. —Vangelo della domenica I dopo Pentecoste. Benedizione della Bandiera dell’Asilo infantile dei Ciechi — Accademia musicale all’Istituto dei Ciechi. - Alla Protezione della Giovane.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.

Educazione ed Istruzione


La Mostra postuma

delle opere di Filippo Carcano.


In alcune sale dell’Accademia di Brera, che lo ebbe allievo e che lo vide poi campeggiare ed affermarsi maestro, un gruppo di amici e di ammiratori fedeli, ha rievocato con documenti, se non numerosi, ricchi di pregio, tutta l’onesta operosità artistica di Filippo Carcano.

Gli elementi raccolti ed esposti, limpidi e sinceri, dimostrano assai bene l’evoluzione pittorica del Carcano, dalle opere scolastiche dei primi anni, alle prime vigorose affermazioni di verismo, per terminare e culminare nelle ultime opere grandiose, ed in quelle ultimissime visioni coloristiche, nelle quali il Carcano sembra avere raccolto in delicata sintesi tutte le finezze cromatiche dell’arte sua. Lascerà certo un gran ricordo di sè questa non vasta ed anche breve mostra di opere sane e gagliarde, che potrebbe anche sembrare monito severo ed arguto ad un tempo, a quelli che trascurando le ampie, diritte, soleggiate strade maestre dell’arte, sembrano preferire i sentieri tortuosi e faticosi.

Mancano alla mostra alcuni quadri, alcune gemme. Taluni saranno forse esposti tra giorni per altri, difficoltà pratiche insormontabili, hanno vietato che il pubblico di Milano ne potere godere.

Ma il fascino che emana dalle tele riunite, e da Ognuna di esse, è grande: è il sentimento che solo può ispirare l’opera alta e duratura, anche a dispetto delle critiche blande dovute agli scettici di professione.

Quattro, a mio avviso, potrebbero esere i periodi più sgnificativi dell’attività professionale del Carcano. Il primo, quello in cui più direttamente l’artista risentiva dei freddi dettami scolastici e che è’rappresentato nella mostra dal quadro storico Federico Barbarossa ed Enrico il Leone a Chiavenna, di proprietà dell’Accademia per aver conseguito il premio Canonica nell’anno 1860. E’ il Carcano giovanissimo, già pittore corretto e fine, che pur già presenta tra i difetti di convenzionalismo, propri della pittura dell’epoca, pregi propri di colore e di distinzione.

E veniamo al secondo periodo: quello che segna definitivamente il temperamento artisticamente rivoluzionario del mite pittore lombardo: il periodo in cui la maturità dell’ingegno gli permette di librarsi a voli arditi per campi ancora agli altri ignoti ed intentati, con la Scuola da ballo e la Partita al bigliardo.

Ammirevoli entrambi per sincerità di ambiente, gusto di composizione, nobile fedeltà di osservazione, sapienza di colorista e di prospettico, rappresentano ed in ispecial modo la seconda, un vero rivolgimento nella tecnica pittorica e nei criteri di visione e di interpretazione del vero: documenti storici anche, e di non scarso valore, se, nella stessa sala da ballo, il pittore conobbe quella che gli fu per tutta la vita compagna affezionata e fedele, e se in quella sala di un vecchio caffè di via S. Radegonda, sfilarono i più scapigliati tipi di artisti di quell’epoca.

Taluno vuol vedere oggi, in quei due quadri cosi sinceri e limpidi, la prova che il Carcano, fin da allóra intravedeva, applicandole, l’importanza pratica delle teorie divisionistiche.

Tale osservazione, che in via di fatto non è priva d. fondamento, specialmente nella Partita di b!gliardo, non credo, possa però ffermarsi in via affatto assoluta, anche se il Carcano, nelle ultime sue opere ebbe a presentare una tendenza di assai spiccata simpatia verso una tecnica divisionistica originale e propra.

Attraverso opere, che verrò accennando in fine, il Carcano, visti i nuovi orizzonti che si aprivano alla sua attività, produceva, in quello che è il periodo più produttivo e più lungo della sua arte, con una tecnica pastosa e robusta, paesaggi di un valore assoluto, nei quali la prospettiva aerea, le lontananze degli infiniti piani pittorici, hanno trovato il prmio forse, certo uno dei più valorosi assertori.