Pagina:Il buon cuore - Anno XIII, n. 27 - 4 luglio 1914.pdf/6

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glie benedette, per essere deposta nel sepolcreto, già preparato presso l’altar maggiore, vicino a quello del ven. Padre Redolfi, suo antecessore.

Le colonie dello Stato di P’Catharina 1.

In questo momento tutti erano commossi e si pigia Notizie generali dello Stato.

vano intorno, per accompagnare fino all’ultimo, collo sguardo, colle lagrime e più colla preghiera, l’azione

(Continuazione del numero precedente).

pietosa. Era nel cuore di ciascuno il desiderio che la volte, nobile e fervida, di chi parlò sul feretro or son trentun’anni, tutti commovendo fino al pianto, risponlesse colla sua eco mirabile, esprimendo l’unanime gioia per questa seconda (1) trionfale manifestazione di culto all’indimenticabile Padre Luigi M. Villoresi. Ma una eccessiva prudenza anche qui impose un silenzio, che parve contrario alla solenne circostanza.. Tuttavia il ven. Padre parlava ancora col profumo soave delle sue elette virtù. Il corrispondente dell’Italia chiudeva la sua relazione del 25 giugno con queste consolanti parole: «Facciamo voti che il Signore renda glorioso questo caro sepolcro. Quivi verremo peregrinando, per renderci migliori, sull’esempio di questo vero servo di Dio.» E siamo ben lieti di verificare come, in questi pochi giorni, dal 25 giugno, i fedeli, a piccoli gruppi, traggano già e dalla città e dalla campagna a pregare su quella tomba venerata. Si compia il voto sovraccennato, ed il Signore esalterà il suo fedel servo, a maggior conforto della sua Chiesa e dei suoi figli spirituali. Il marmo, che chiude il sepolcro benedetto del ven. Padre, porta impressa in bronzo la seguente bella epigrafe latina, che qui riportiamo a conforto del lettore: (dettata dal medesimo prof. Talamoni). ALOYSIUS M. VILLORESI B. SCENTIA ET FAMA SANCTITATIS SUAE CORGREGATIONIS DECUS DE ECCLESIA MED101 ANENSI OPTIME MERITUS ORATORII B. MARIA V. PERDOLENTIS IUVENTUTI PIE CURANDAE CEU ALTER CONDITOR HIC CUM FRATRIBUS IN PACE QUIESC1T. A = MODOETIE 1814 =

= FABRICAE DURINI 1883

EXUyIAE TRANSLATAF. 1914

S. P. E. (i) La prima avvenne nella solenne circostanza dell’inaugurazione del monumento, l’anno scorso.

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Se si toglie un po’ di vita di carattere politico ed amministrativo, dovuta all’esser capitale dello Stato, la città ha poco movimento: di industria non vi è che qualche raffineria, qualche fabbrica di birra, di sapone, ecc. Vi sono invece alcune case di commercio importanti appartenenti per lo più a tedeschi: in tutte le case di commercio si parla il tedesco. La maggiore ditta dello Stato è la casa Hoepke che esercita commercio di importazione ed esportazione, ed è proprietaria anche di tre vapori di 800 tonnellate di stanza, che fanno il servizio costiero dello Stato di Santa Catharina e dei vicini. Il poco sviluppo della città si deve anche al fatto che per essa transita solamente il commercio della zona meridionale che è la meno progredita, mentre tutto il commercio della parte settentrionale, assai più prospera e popolata, si avvia direttamente, dai numerosi porti sull’oceano, ai mercati di destinazione, senza toccare la capitale. La colonia italiana della capitale, che sarebbe di circa 400 persone, purtroppo non dà segni di vita come collettività, e sembra nazionalmente perduta,: non ha neppure una scuola italiana, e l’unica società di mutuo soccorso esistente in Florianopolis è languente. Questa colonia è composta in gran parte li negozianti, albergatori, esercenti i vari mestieri che se la passano discretamente: tre o quattro di essi hanno fatto col commercio una fortuna di qualche centinaio di migliaia di franchi. Diversi di questi italiani vennero a stabilirsi nella capitale dopo aver passato i primi anni nelle colonie. Il Porto di Florianopolis è toccato da molti dei piroscafi che fanno il servizio fra gli Stati brasiliani del nord ed il Rio Grande do Sul, e mensilmente da piroscafi tedeschi. Ma questi, come tutti i piroscafi di forte pescaggio, non possono giungervi, e debbono fermarsi avanti la barra del nord o quella del sud, che sono agli estremi dell’isola, ove questa col continente dà luogo agli stretti. L’interno dell’isola di Santa Catharina, tutta montuosa, è coltivata specialmente a caffè, che vi dà otti. mi risultati: il caffè dell’isola è molto apprezzato sui mercati, ed è stimato superiore a quello di San Paolo. CENNI STORICI SULL’IMMIGRAZIONE. Lo sviluppo della colonizzazione nello Stato di Santa Catharina si iniziò alla metà del secolo scorso; per l’innanzi si erano avuti tentativi di colonizzazione per opera del Governo portoghese, ma con risultati scarsi. La colonizzazione in questo Stato fu opera prevalentemente di imprese private; la prima corrente immigratoria seria fu la tedesca, di cui la più importante è la Società Anseatica. Gli immigranti tedeschi fondarono nel 1849 la colonia di Joinville, nel 1850 la colo