Pagina:Il buon cuore - Anno XIV, n. 05 - 30 gennaio 1915.pdf/4

Da Wikisource.
36 IL BUON CUORE


Santa Maria presso S. Celso. Incominciamo il nostro viaggio; lo’ incominciamo bene col Tempio di-S. Maria presso S. Celso. La storia antica, ’la storia del medio-eVo, la storia moderna, si uniscono a far di questa chiesa un vero gioiello. Essa ricorda te più antiche origini della Milano cristiana: quivi furono sepolti i martiri Nazaro e Celso, e un vetusto,saccello ne ricorda il luogo; quivi Sant’Ambrogio ne scoprì i corpi, con grande solennità, presente S. Agostino, il quale ricorda quella scena commovente nel libro immortale delle sue Confessioni. il Tempio attuale, dedicato a S. Maria, della quale un ricco simulacro tenevasi sopra un altare a sinistra, fu innalzato nel 1491 per iniziativa del Duca Giovanni Galeazzo Maria Sforza, e tanta era la folla dei fedeli, che pochi anni dopo, Lodovico il Moro, per corrispondere a questo slancio di pubblica divozione, fece aprire nella vicina cinta la por- ta, che dal suo nome, si chiamò e si chiama ancora Porta Lodovica. Bella, ricca, imponente, adorna di marmi e di bronzi, fregiata di statue di grandissimo valore, opera alcune di distinti scultori, quali Di Lorenzo Fiorentino e il Fontana Milanese, si presenta la facciata, dinanzi alla quale si apre un ’elegantissimo portico di stile bramantesco. L’interno della Chiesa, a tre navate, è un misto assieme di maestà e di eleganza. Lungo le pareti, distribuiti a destra e a sinistra, si ammirano diversi quadri di grandissimo valore artistico, i cui autori rispondono al nome di Borgognone, dei Campi, dei Procaccini, del Muretto, di Gaudenzìo Ferraci, e, da ultimo, rappresentante dell’epoca moderna, ecco Andrea Appiani brillare coi quattro evangelisti nei pennacchi della volta. ’Tali e tanti, e di così distinti pregi, sono i quadri in questa Chiesa, da potersi giustamente chiamare una pinacoteca. Casa d’Austria, nen’epoca del suo dominio, aveva fatto di questa Chiesa la sua Chiesa ufficiale, richiamandovi, con particolari solennità, tutta Ja popolazione milanese: il Porta ricorda S. Gelso in una delle sue poesie più popolari: La preghiera: Essendo fieri venerdì di Marz, Fui tratta dalla mia divogion A San Cels.... Una pia tradizioni trae a questa Chiesa le giovani coppie degli sposi milanesi a chiedere alla Vergine la benedizione nuziale, il cui ’sposalizio, immortalato da Raffaello, trovasi a Brera, in apposito satario -riparto, per affermarne il merito. Salve, o Chiesa di San Celso, per noi la Chiesa ’più completa e perfetta di Milano! San Paolo. La prima chiesa che si incontra a mano destra, dopo i1 Tempio di S. Celso, venendo verso il cfntro della città, è la Chiesa di S. Paolo. Caso strane, l’esistenza di. questa Chiesa è ignorata anche da molti - milanesi di Milano. Ha una ricca facciata a colonne e bassorilievi di marmo, ’su

disegno di Giambattista Crespi, detto il Cerano. L’interno della Chiesa, di piccole dimerisioni, a forma quadrata, fu architettata dall’Alessi Perugino, e è ricca di numerosi quadri, opera dei fratélli Campi. Una speciale e gradita impressione a me ha sempre fatto il quadro che sta sopra l’altare maggiore, rappresentante la Nascita del Bambino Gesù nella Cappanna di Betletume: dall’alto, in mezzo al cielo, scendono, in numeroso stuolo, aggruppati, colle teste riunite,’ gli Angeli, che annunciano al mondo la fausta novella: nel loro devoto aggruppamento, con tipi diversi esprimenti un sentimento solo, sembrano un volo d’Angeli portato via da uno dei quadri del Beato Angelico’, rappresentanti il Paradiso. • Un ricordo storico, non privo di curiosità, è legato a questa Chiesa. Con unito un vasto mona-1 stero per suore, dette le Angeliche, essa <renne fondata verso la fine del secolo XVI, dalla Contessa di Guastalla; Lodovica Torelli. San Carlo, contro il voto della Contessa, credette bene di sottoporre il convento a clausura; e la Contessa, con brusco gesto, abbandonò monastero e chiesa, e andò a fondare, presso la Chiesa di S. Barnaba, Collegio per giovani fanciulle di famiglie decadute, che ancora esiste, dal nome della Contessa, chiamato appunto Collegio della Guastalla. (Continua)


Religione


Vangelo della Sessagesima

Testo del Vangelo.

Il Signore Gesù narrò alle turbe e ari suoi discepoli questa parabola: Ecco che un seminatore andò per seminare. E mentre egli spargeva il seme, cadde parte lungo la strada; e sopraggiunsero gli uccelli dell’aria e lo mangiarono. Parte cadde in luogfai ove non aveva molto terra; e.subito spuntò tuoni, perchè non aveva profondità di terreno; ma levatosi il sole, lo infuocò; ’e per non aver radice, seccò. Un’altra parte caddi tra le spine; e crebber le spine e lo soffocarono. Un’altra finalmente cadde sopra una buona terra e fruttificò, dove cento per uno, dove sessanta, dove trenta. E accostatisi i suoi discepoli, gli dissero: Per qual motivo parli tu ad essi per via di parabole? Ed ei rispondendo, disse loro: Perchè a voi è concesso di intendere i misteri del regno dei cieli; ma ad essi ciò non è stato concesso. Imperocchè a chi ha, sitrà dato, e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro per vie di parabole, perchè vedendo non vedono e udendo non odono, nè intendono. E compiesi in essi la profezia di Isaia, che dice: Udirete colle vostre orecchie, e non intenderete; e -mirerete coi vostri occhi, e non vedrete. Imperocchè questo popolo ha un cuor crasso, ed è duro d’orecchie, ed ha chiusi gli occhi; affinchè a