Pagina:Il buon cuore - Anno XIV, n. 09 - 27 febbraio 1915.pdf/1

Da Wikisource.
Anno XIV. 27 Febbraio 1915. Num. 9.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


   Visita al Papa.
Educazione ed Istruzione. —I soprannomi dei popoli
Religione. —Vangelo della II domenica di Quaresima. Il sentimento della Patria. — Le colonie dello Stato di Santa Catharina.
Beneficenza. —Per l’Asilo infantile dei Ciechi Luigi Vitali. — Opera Pia Catena.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.


VISITA AL PAPA


Domenica, 20 corrente, il nostro Direttore, Mons. Luigi Vitali, ebbe l’onore di essere ricevuto in privata udienza da S. Santità Papa Benedetto XV, che gradì assai volentieri l’omaggio di alcune sue pubblicazioni da lui presentate. Implorò la papale benedizione da poter impartire al suo ritorno nella Chiesa dell’Istituto dei Ciechi a tutte le Comunità, ed ai benefattori dell’Istituto.


Educazione ed Istruzione


I soprannomi dei popoli

Non soltanto gli individui, ma anche i popoli hanno avuto ed hanno dei soprannomi che vengono loro affibiati dai vicini. Anzi, come precisamente è avvenuto per i nomi degli individui, anche quelli rimasti ai popoli sono probabilmente in gran parte derivati dai nomignoli e epiteti con cui i loro vicini li designavdno. L’importanza che uno studio accurato in proposito avrebbe per la scienza tutta moderna della demopsicologia venne rilevata fino dal 1778 dal celebre numismatico fiorentino abate Domenico Sestini. Convintosi egli che le monete e le medaglie antiche ((correggono i libri svisati dalla barbarie, e recano alla storia quella certezza che venne alla fisica dagli esperimenti)) si appassionò tanto nello studio della numismatica e della sfragistica, che trascorse gran parte

della sua vita viaggiando continuamente per raccogliere medaglie e monete. Ma mentre vi sono tanti eruditi profondi nella scienza, poniamo.... degli obelischi, ovvero versatissimi nello studio dei numeri, e che ignorano del tutto il contenuto dell’opera di Dante, e non conoscono neppure un verso di Shakespeare e di Victor Hugo, il Sestini invece, ingegno veramente italiano, non cristallizzò la sua mente nella numismatica, ma nei suoi lunghi e molteplici viaggi usava guardarsi attorno per osservare, oltre alle monete antiche, anche la vita sociale dei suoi tempi. I molti volumi delle sue Lettere stampate a Livorno nel 1784 sono perciò assai ricchi di interessanti osservazioni di ogni genere; e tra le altre ve n’ha una relativa ai soprannomi, e che io, assiduo lettore di questi vecchi libri, a torto dimenticati perchè valgono spesso più assai dei modernissimi, sono ben lieto di aver ripescata. Il Sestini, dunque, colpito dall’uso, che egli dice allora generale, di sentire in ogni passo designare i popoli vicini coi più bizzarri soprannomi, in una sua lettera datata da Terapia sul Bosforo Tracio, 31 agosto 1778, scrive: «Se si potessero raccogliere tutte queste varie denominazioni, ci metteremmo in grado, anche col mezzo di simil frivolezza, di conoscere i pregi ed i difetti nazionali, e la diversa maniera di pensare di una nazione sopra l’altra; mentre non solo gli Orientali, ma gli Europei pure, hanno il costume di regalare tali soprannomi che non sempre sono male adattati, ma che anzi hanno quasi sempre la base loro fondata sulla verità.. (Lettere del signor abate Domenico Sestini. Torno VI. Lett. 12-a). Soprannomi tureheschi. A sostegno della sua affermazione il citato autore presenta un lungo elenco dei soprannomi con cui a Costantinopoli venivano citati ai suoi tempi gli individui delle altre nazioni, e così vediamo che i Serbi ed i Bulgari erano detti dai Turchi Haidud (ladri); i Bosniaci Potùr (assassini di strada); i Russi Kius (anima cattiva); i Tedeschi Gurur Kiafir (parlatori scellerati) «forse, nota il Sestini, dal sentir parlare quella nazione una lingua ingrata alle loro orecchie.» Gli Armeni erano chiamati hogh-gi (vuotaces