Vai al contenuto

Pagina:Il buon cuore - Anno XIV, n. 21 - 22 maggio 1915.pdf/1

Da Wikisource.
Anno XIV. 22 Maggio 1915. Num. 21.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Educazione ed Istruzione. —La vita nella Terra del Fuoco.
Religione. —Vangelo della solennità di Pentecoste. Una poesia del 1859. — La Messa d’Argento di Don Ettore Bellani.
Beneficenza. —Per l’Asilo Infantile dei Ciechi Luigi Vitali.
Notiziario. —Necrologio settimanale. — Diario.


Educazione ed Istruzione


La vita nella Terra del Fuoco


Gli indigeni delle isole di Magellano, note comunemente sotto il nome di Terra del Fuoco, si dividono etnologicamente in tre gruppi: gli Ona, gli Jagan e gli Alacaluf. Gli Ona vivono nell’isola più grande, propriamente detta Terra del Fuoco; gli Jagan preso il Canale di Beagle al sud di quell’isola, e in quel labirinto di piccole isole e canali che termina con il Capo Horn; gli Alacaluf nell’arcipelago ad ovest della stessa isola ed sud dello stretto di Magellano.

Darwin dichiarò che gli aborigeni della Terra del Fuoco occupano il più basso posto fra le razze umane, e il mondo finora ha accettata ciecamente questa asserzione, che esatta se viene applicata agli

Jagan e agli Alacaluf, non lo è affatto in ciò che riguarda gli Ona. A quel tempo era ignota qualsiasi distinzione fra le varie tribù della Terra del Fuoco.

Quarant’anni di sforzi delle missioni cristiane non hanno avuto nessun buon risultato sugli Jagan, pigri e mentitori incorreggibili. Vinta la prima timidità, essi ci mostrano in alto grado accessibili a tutti i vizi e a tutte le infermità provenienti dai porti di mare stranieri. Nel corso di trent’anni, per opera delle malattie importate dai bianchi, la tribù degli Jagan scemò da 2000 a 200 persone e fra pochi anni di essa forse non resterà più alcuna anima vivente.

Gli Alacaluf sono di fibra più forte e il loro numero ascende ancora quasi al migliaio. Le terre da loro abitate, selvaggie e povere non offrono nessuna attratti va ai bastimenti mercantili se qualcuno di questi naufraga su quelle coste, la ciurma cade facilmente vittinri, di quegli indigeni avidi di preda. La lingua, le leggende, le credenze degli Alacaluf sono altrettanti libri chiusi ai bianchi, ma par certo che essi siano crudeli, traditori, intrattabili.

La tribù degli Ona, quantunque abbia avuto forse una comune origine colle altre, ne differisce completamente nella lingua e nei costumi. Gli Ona disprezzano, anzi, i loro vicini. Nella parte settentrionale della loro isola vi sono buoni pascoli, nella meridionale sorge un guazzabuglio di frastagliate montagne che con i loro ghiacciai si spingono sino al

gli abitanti della terra del fuoco.