Pagina:Il buon cuore - Anno XIV, n. 42 - 16 ottobre 1915.pdf/6

Da Wikisource.
286 IL BUON CUORE


boriosa e gloriosa insieme delle loro ascensioni sulla via del progresso, della libertà, della opulenza.

  • * *

I Giudei allora lo attorniarono e gli dicevano: Fino a quando tu terrai sospeso l’animo nostro? Se tu sei il Cristo dicoelo chiaro. Eppure Gesù aveva già parlato chiaro tante - volte: non si stanca dell’insistenza, parla chiarissimo una volta ancora, ma con ciò non riesce a vincere l’ostinazione di quei caparbi che non si arrendono alla. testimonianza della verità, anzi irritati ricorrono alla violenza. Che iattura per gli Ebrei non aver creduto, alla’ parola, di Cristo! quale sorte avrebbe sorriso a quel popolo se avesse seguito fedelmente la voce del pastore che voleva adunare attorno a sè tutta la gente ebrea, come la gallina protegge sotto l’ala i suoi. pulcini! Nella febbrile attività della vita odierna, noi pure siamo esposti a malintesi, e disgraziati se la sbagliamo! Le nuove condizioni di vita hanno aumentato i pericoli per la nostra fede. La libertà di discussione, la rapidità con cui le obbiezioni alla fede sono divulgate, l’arte con cui gli avversari presentano le loro concezioni sociali e religiose; le preoccupazioni per il benessere materiale che’ ci fanno perdere di vista gli interessi superiori; l’ombradel.dubbio e della, diffidenza gettati su criteri di morale, una volta certi’ ed indiscussi: l’insieme in ultimo di questa vita nuova che, quasi per incanto si è sovrapposta alla: nostra vita tradizionale, tutto crea un pericolo per le. coscienze che ora si vengon formando. Menti superficiali possono constatare senza brividi che delle incognite paurose si affacciano ai nuovi orizzonti della vita, ma che disillusione anche per noi, se attraverso a tanto fervore di opere e di pensiero, non sappiamo discernere e ascoltare- la voce della verità! Seguire o non seguire Cristo, oggi come ieri, è sempre questione di vita o di morte. Giacchè è unicamente da Lui che dobbiamo attendere luce e conforto; Egli ce lo ha promesso: alle pecorelle’ che• ascoltano la mia. voce, io dò la vita eterna; e in eterno non periranno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date’è più* grande di tUtti.; e nessuno può rapirle al Padre mio. Non c’è lusinga di errore, non c’è violenza di passione, non c’è potere alcuno del male che ci possa nuocere se noi. seguiamo Lui e ascoltiamo, la sua voce. Il nostro Duce - saprà vincere se pur contro di noi si collegassero le potenze tutte del mondo: cgo vici mundum. Ka è la Chiesa che ci deve guidare a Gesù; è nella Chiesa che noi lo troviamo. Infatti se noi siamo de’ suoi, se ascoltiamo la sua voce lo dobbiamo alla -Chiesa: -è essa, la madre amorosa, che ci sorregge tra le sue braccia e così ci avvicina a Gesù, lo Sposo deli suo, cuore!

O Signore, prega quest’oggi la santa Chiesa, che con pietre vive e scelte hai’ innalzato alla tua maestà un Tempio, santo e imperituro, conduci a condegna

perfezione l’opera delle tue mani, e fa che provino la dolcezza della tua assistenza tutti coloro che in questa tua casa t’invocheranno!» Oh sentano il’bisogno dell’aiuto divino tanti poveri fratelli, che fatalmente strappati all’amore della Chiesa, ora illusi da lusinghieri miraggi si affannano a raggiungere, nella incertezza dell’oggi, quella pace che non. è possibile rintracciare quaggiù! Tornino alla Chiesa, nella Chiesa sentiranno la voce di Gesù e alla scuola di Gesù impareranno la bellezze e la santità di questa vita che è peso per gli inetti, ma è lotta pregna di’ intime soddisfazioni per chi combatte sorretto da promesse che norytemono smentita. G. G.

La malattia del Ceeeo-Bepp

Se dis ch’el car Peppin el sia malaa, E ch’el se sia malaa tant’senament, De fa còr al so lett tutti parent, Con la’ faccia tra el rid e’l spaventaa. Se mi ve devi dì la veritaa, Dequest mi me rincress sincerament; Perchè l’è minga adess el bon rizoment Ch’el ne scappa de man beli, e crepaa. L’è mei ch’el spetta on poo, ch’el tira là, Fina quand podaremm andà a trovali E ciapall viv vivent, per fagh provà, Con quatter bastonad sora ai so spali, El gust ch’el gh’avuu lu de bastonà E quel de fa impiccà... coll’impiccall. FEDERICO BUSSI

L’azione svolta Ball’Opera Bonomelii anche durante la guerra.

Tornati gli emigrati dalle colonie europee in conszguenza della guerra, era apparso a taluni che gli enti i quali assistevano gli emigrati stessi avessero sensibilmente ridotto il loro compito. Viceversa tutta una attività nuova, urgefite, irta di difficoltà essi hanno dovuto creare. Le esigenze nuove alle quali fu ed è ancora necessario provvedere, sono principalmente sei: 1.o — ricuperare i crediti spettanti agli operai, costretti a tornare improvvisamente in patria: 2.o — provvedere di cucine economiche e di viveri a buon mercato le colonie nostre rimaste in Svizzera;