Pagina:Il crepuscolo degli idoli.djvu/115

Da Wikisource.

FEDERICO NIETZSCHE

macchina: altrimenti l’arte è impossibile. Tutte le specie di ebbrezze, fossero esse condizionate il più diversamente possibile, hanno potenza d’arte: prima di tutto l’ebbrezza dell’eccitazione sessuale, questa forma di ebbrezza la più antica e la più primitiva. Ugualmente l’ebbrezza che accompagna tutti i grandi desiderî, tutte le grandi emozioni; l’ebbrezza della festa, della lotta, dell’atto di bravura, della vittoria, di tutti i movimenti estremi; l’ebbrezza della crudeltà, l’ebbrezza nella distruzione; l’ebbrezza sotto certe influenze meteorologiche, per esempio l’ebbrezza della primavera, oppure sotto l’influenza dei narcotici; infine l’ebbrezza della volontà accumulata e dilatata. — L’essenziale nell’ebbrezza è il sentimento della forza accresciuta e della pienezza. Sotto l’impero di questo sentimento ci si abbandona alle cose, si forzano a prenderci, si violentano. — Si chiama questo processo: idealizzare. Sbarazziamoci di un pregiudizio: idealizzare non consiste, come generalmente si crede, in una deduzione, in una sottrazione di ciò che è piccolo ed accessorio. Ciò che vi è di decisivo è, al contrario, una formidabile erosione dei tratti principali, in modo che gli altri tratti spariscono.


9.

In questo stato tutto si arricchisce della sua propria pienezza: ciò che si vede, ciò che si vuole, lo si vede gonfiato, serrato, vigoroso, sovraccaricato di forza. L’uomo così condizionato trasforma le cose fino a

116 —