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La magia 265

mia e imperatore Venceslao, soprannominato il Beone e il Fannullone, un mago di nome Zito, o Zitek, il quale faceva le più strane gherminelle del mondo: entrava in un guscio di noce e si faceva tirare a carretta da due scarafaggi addestrati; mostrava un gallo che attaccato a una pesantissima trave, se la traeva dietro trionfalmente, come fosse stata un fuscello; mutava in porci i manipoli di fieno e per porci li vendeva. Alcune di tali gherminelle si raccontarono poi di Fausto. Nel secolo XVI un rabbino di Praga per nome Löw giunse a tal segno di potenza che nemmeno la morte poteva nulla contro di lui. Questa da ultimo si celò in una rosa, e il rabbino morì fiutandola.


La credenza alla magia fu universale nel medio evo, e continuò ad essere universale dopo, durante il Rinascimento. Le leggi ecclesiastiche e civili che condannavano e punivano i cultori dell’arte diabolica, non facevano se non ravvivare e rafforzare quella credenza, a cui s’accompagnavano naturalmente il sospetto e il terrore. Come si vedevano diavoli in ogni banda,