Pagina:Il mio cuore fra i reticolati.djvu/160

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ficiali, che iniziò il suo corso sotto la guida di un brillante capitano da Piazza d’Armi, vero rodomonte dal vocione stentoreo, che quando dava un comando faceva impennare di soprassalto il cavallo del colonnello.

Il plotone era destinato a passare alla Scuola di Modena.

In questo periodo Franco scrisse spessissimo a Glorietta, ma lettere brevi, contratte, senza accennare minimamente alla sua evoluzione spirituale, che forse la sua amica non avrebbe potuto capire.

Una mattina il plotone fu adunato nella camerata durante il rancio, e un ufficiale annunziò che chi voleva, poteva recarsi a finire il corso al fronte, in un reggimento mobilitato.

Franco si mise in nota pel primo. Chiese solo che gli si accordassero due giorni di permesso per recarsi a Ferrara. L’ufficiale promise di ottenerglieli.

Ma l’indomani gli dissero che, per ordine superiore, non era possibile accordare alcun permesso, e che, se voleva, poteva ritirare la sua domanda. Non la ritirò.

Dopo tre giorni ebbe ordine di preparare lo zaino. Partirono in cinque, salutati alla stazione da tutti i compagni, frementi d’entusiasmo.

Prima di partire scrisse a Glorietta: