Pagina:Il mio cuore fra i reticolati.djvu/185

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gili, astuti! Mi sembra già di essere un pellirossa o un bisonte.

Comincio ad abituarmi a quella che si chiama «vita animale». Non ho mai fatto tanti chilometri in terreno scosceso, non ho mai dormito così duramente, non mi sono mai stancato così brutalmente. Ma è questa la vita che mi occorreva; «la vie au grand air»: vento, sole, tempesta, lampi guizzanti, fango fino alle cosce, fatica, sudore, pericolo, lotta...».

Seguitava raccontando la prima «pattuglia» fatta fuori dei reticolati, con tre compagni, nella notte insidiosa, e finiva:

«In questi momenti di imposizione brutale, lo spiritualismo mi sembra una vigliaccheria, un rifugio di codardi che disprezzano ciò che non è facile conquistare. Sento, Glorietta, che voi ed io siamo stati vittime di una grossolana illusione, finora. Sento che la nostra concezione della vita e dell’amore è sostanzialmente sbagliata, perchè nè io nè voi, fino ad oggi, abbiamo conosciuto la vita e l’amore. Io, forse mi sto iniziando ad un’esperienza che mi darà la soluzione dell’enigma. Ma voi, che potete saperne voi, chiusa come siete nella vostra anima pudicissima, nel vostro isolamento, nella vostra funebre città di provincia? Sono sicuro che noi subiamo l’ambiente, e che l’esperienza ci trasforma, in