Pagina:Il mio cuore fra i reticolati.djvu/206

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ro che non riusciva a diffondersi sul resto della persona, avevano un'intensità paurosa, selvaggia e pacata insieme. Su quel volto era sintetizzata tutta la vita di Glorietta: molta anima, pochissima salute, un terribile orgoglio di pudore, nessuna esperienza di vita.

Immediatamente la soldatesca baldanza di Franco, che voleva far sentire a questa vergine ermetica il rude timbro energetico delle sue scarpe chiodate come un ammonimento decisivo, si ritrasse e svanì davanti al gelo irriducibile di quella carne che aveva dimenticato il sesso, di quel sesso che aveva dimenticato ogni civetteria.

I gesti impazienti che gli fremevano nelle mani e alle labbra, le carezze frenate che attendevano di sprigionarsi al primo contatto, si spensero deluse.

Egli lasciò quelle mani che non rispondevano alla sua stretta. Avrebbe voluto baciarle il lembo della veste: non lo fece. Sentì un freddo orribile al cuore, una delusione profonda allentò l'energia che possedeva i suoi nervi. Tutta la neve di quella città sepolta nell'inverno, gli entrò nel sangue.

Tuttavia il loro colloquio fu affettuoso, con grandi abbandoni dell'anima, con proteste d'amicizia esclusiva che avevano un vago profumo d'amore.