Pagina:Il podere.djvu/66

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I primi giorni, Remigio evitava d’incontrarsi con i sottoposti; non sapeva nè meno riconoscerli l’uno dall’altro e, per timidezza, voleva sorvegliarli quasi di nascosto. Una mattina, fece il giro di tutto il podere, solo; camminando sempre sul margine dei confini. Vide i prati, ma non sapeva di che seme fossero; vide la biada e il grano, i filari delle viti e gli olivi: per non piangere, tornò subito a dietro; commovendosi quando Gegia, che era a cogliersi l’insalata, lo salutò.

Non sapeva che fare; si sentiva solo troppo e senza denari; e Luigia aveva cominciato a dire che non mandava più Ilda nelle botteghe senza pagare.

Per non vederla in quel momento, entrò nella stalla; rificcando, con un pezzo di pietra, i chiodi della serratura; usciti fuori.

Nella stalla, c’era soltanto un paio di vacche; che, allora, non potevano costare più di novecento lire; magre e vecchie: una anche zoppa, perchè il sensale incaricato da Giacomo di comprarle lo aveva messo in mezzo.

La stalla era piuttosto grande e lunga, ma buia e piena di ragnatele, quasi senza punta paglia; e le due bestie ruminavano in un cantuccio della mangiatoia mezzo franata. Mentre egli le guardava. Picciòlo, il marito di Dinda, entrato senza che egli