Pagina:Il tesoro.djvu/219

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avesse relazione coi ladri; Alessio guardò il fanciullo acutamente.

— Non è tornato Sidòre? — domandò.

— No — rispose il ragazzo.

— Come andò la faccenda?

Il fanciullo raccontò, con parole tronche e quasi singhiozzando.

— A che ora tu sei venuto? — gli chiese Alessio duramente.

— Ieri, alle tre.

— Non hai incontrato nessuno? — domandò l’altro, sempre con accento duro. Il ragazzo sollevò gli occhi, quasi attratti dall’acuto sguardo di Alessio, e non rispose.

— Chi hai incontrato? — gridò allora Alessio — forse Scoppetta?

Era questo il nome del bandito, che un giorno zio Salvatore e il nipote avevano incontrato nel salire all’ovile; si aggirava spesso per quel tratto di montagna, fra la chiesetta e il monte Palas de Casteddu, e aveva l’abitudine anche di recarsi nell’ovile dei Brindis e dormirvi. I pastori lo trattavano bene, egli si mostrava amico, ma ciò nonostante i dubbi d’Alessio eran subito caduti su lui.

— Sì — rispose timidamente il ragazzo, e il padrone fiammeggiò negli occhi e alzò un braccio in atto di minaccia.

— Oh! — gridò — che cosa ti ha detto?

— A me? nulla.... — tentò di negare il fan-