Pagina:Iliade (Monti).djvu/341

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8 iliade v.221

Pria dell’arrivo degli Achei suo seggio
In Pedéo, disposata la leggiadra
Medesicaste, del troiano Sire
Spuria figliuola. Ma venuti i Greci
Rivenne ad Ilio ei pure, e fra’ Troiani225
Distinto di valor nelle regali
Case abitava, e il re tenealo in pregio
Del par che i figli. A costui l’asta infisse
Sotto l’orecchio il buon Telamoníde,
E tosto ne la svelse. Imbrio cadéo230
A frassino simíl, che su la cima
D’una montagna da lontan veduta
Reciso dalla scure al suolo abbassa
Le sue tenere chiome; così cadde
Riverso, e l’armi gli sonâr dintorno.235
Di rapirle bramoso immantinente
Teucro accorse: ma pronto in lui diresse
La fulgid’asta Ettór. L’altro che a tempo
Del colpo s’avvisò, scansollo alquanto,
Ed in sua vece lo raccolse in petto240
Il figliuol dell’Attoride Cteato
Amfimaco, che appunto in quel momento
Entrava nella mischia. Strepitoso
Ei cadde, e sopra gli tonò l’usbergo.
   A levar del magnanimo caduto245
Dalla fronte il bell’elmo Ettore vola,
Ma d’Aiace l’aggiunse il fulminato
Splendido telo, che l’ettoreo petto
Non offese egli, no (chè tutto quanto
Era nel ferro orribilmente chiuso),250
Ma di tal forza gli percosse il colmo
Dello scudo, che pur lo risospinse,
Sì che scostarsi fu mestier dall’uno
Cadavere e dall’altro, ed agli Achivi