Pagina:Iliade (Monti).djvu/43

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32 iliade v.143

Isole molte. A questo il grande Atride
Appoggiato, sì disse: Amici eroi,
Dánai, di Marte bellicosi figli,145
In una dura e perigliosa impresa
Giove m’avvolse, Iddio crudel, che prima
Mi promise e giurò delle superbe
Iliache mura la conquista, e in Argo
Glorïoso il ritorno. Or mi delude150
Indegnamente, e dopo tante in guerra
Vite perdute, di tornar m’impone
Inonorato alle paterne rive.
Del prepotente Iddio questo è il talento,
Di lui che nell’immensa sua possanza155
Già di molte città l’eccelse rocche
Distrusse, e molte struggeranne ancora.
Ma qual onta per noi appo i futuri
Che contra minor oste un tale e tanto
Esercito di forti una sì lunga160
Guerra guerreggi; e non la cómpia ancora?
Certo se tutti convocati insieme
Salda pace a giurar Teucri ed Achivi,
E di questi e di quei levato il conto,
Ad ogni dieci Achivi un Teucro solo165
Mescer dovesse di lïeo la spuma,
Molte decurie si vedrían chiedenti
Con labbro asciutto il mescitor: cotanto
Maggior de’ teucri cittadini estimo
Il numero de’ nostri. Ma li molti170
Da diverse città raccolti e scesi
In lor sussidio bellicosi amici
Duro intoppo mi fanno, e a mio dispetto
Mi vietano espugnar d’Ilio le mura.
Già del gran Giove il nono anno si volge175
Da che giungemmo, e già marciti i fianchi