Pagina:Iliade (Monti).djvu/506

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v.660 libro decimottavo 173

Ed indomito rame. Indi sul toppo660
Locò la dura risonante incude,
Di pesante martello armò la dritta,
Di tanaglie la manca; e primamente
Un saldo ei fece smisurato scudo
Di dédalo rilievo, e d’auro intorno665
Tre bei fulgidi cerchi vi condusse,
Poi d’argento al di fuor mise la soga.
Cinque dell’ampio scudo eran le zone,
E gl’intervalli, con divin sapere,
D’ammiranda scultura avea ripieni.670
   Ivi ei fece la terra, il mare, il cielo
E il Sole infaticabile, e la tonda
Luna, e gli astri diversi onde sfavilla
Incoronata la celeste volta,
E le Pleiadi, e l’Iadi, e la stella675
D’Orïon tempestosa, e la grand’Orsa
Che pur Plaustro si noma. Intorno al polo
Ella si gira ed Orïon riguarda,
Dai lavacri del mar sola divisa.
   Ivi inoltre scolpite avea due belle680
Popolose città. Vedi nell’una
Conviti e nozze. Delle tede al chiaro
Per le contrade ne venían condotte
Dal talamo le spose, e Imene, Imene
Con molti s’intonava inni festivi.685
Menan carole i giovinetti in giro
Dai flauti accompagnate e dalle cetre,
Mentre le donne sulla soglia ritte
Stan la pompa a guardar maravigliose.
   D’altra parte nel fôro una gran turba690
Convenir si vedea. Quivi contesa
Era insorta fra due che d’un ucciso
Piativano la multa. Un la mercede