Pagina:Iliade (Romagnoli) I.djvu/108

Da Wikisource.
769-798 CANTO II 53

Giove, che i folgori avventa, per Tifèo flagella la terra,
770fra gli Àrimi, ove giace, per quanto si dice, Tifèo:
sotto i lor piedi cosí levava alti gemiti il suolo,
mentre moveano: ratti cosí, percorrevano il piano.
     E venne Iri veloce, dai piedi di vento, ai Troiani,
di Giove aralda, ad essi recando l’annunzio doglioso.
775E quelli, a parlamento, di Priamo d’intorno alle soglie
raccolti erano tutti, coi giovani insieme i vegliardi.
Iri dai piedi veloci, ristette ivi presso a parlare,
e nella voce imitò Políte, di Priamo figlio,
che, dei Troiani vedetta, sicuro dei rapidi piedi,
780stava alla tomba in cima del vecchio Esïète, aspettando
quando i guerrieri Achei movesser dai legni. Di questo
l’aspetto assunto, disse la Diva dai piedi veloci:
«O vecchio, sempre a te son cari i discorsi prolissi,
come se fossimo in pace; ma sorge accanita la guerra.
785Davvero, in molte e molte battaglie io mi sono trovato,
ma tale e tanta accolta di genti, non mai l’ho veduta:
ché proprio fitti come le foglie o le arene del mare,
per la pianura, a pugna s’avviano contro la rocca.
Ettore, a te piú che ad altri consiglio che questo tu faccia:
790ché nella rocca sono di Priamo molti alleati,
e fra le tante razze, chi parla una lingua, chi l’altra;
alle sue genti partisca ciascuno dei duci il comando,
i suoi concittadini disponga ciascuno alla pugna».
     Disse: né Ettore fu restio della Diva al consiglio,
795ma sciolse l’assemblea di súbito. E, corsi alle mura,
schiusero tutte le porte, di fuor s’avventarono tutti
e cavalieri e pedoni: saliva alto in aria il frastuono.
     Dinanzi alla città si leva un’eccelsa collina,