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prefazione XXI

partenendo alla medesima razza degli espugnatori di Troia, rappresentano un diverso strato dinastico. E in quel momento, una nuova ondata li sopraffece, e li sostituí.

E tanto nella prima quanto nella seconda schiera di questi eroi achei, ricorrono costanti alcuni tratti comuni e sintomatici.

Il capostipite delle famiglie regnanti è sempre un Nume. I fondatori di dinastie elleniche provengono spesso da famiglie orientali (Cadmo dalla Fenicia, Danao dall’Egitto). Spesso un Dio seduce la figlia di qualche sovrano. Ne nasce un figlio, che, misconosciuto da principio, torna poi a far valere i suoi diritti, ad esercitare le sue vendette (Diòniso, Pèrseo, Ìamo). — Un re, per imposizione d’oracoli o per altra ragione, fa esporre un suo figlio, che poi, miracolosamente salvato, recupera il trono (prototipo Edipo).

Ora, tutti questi episodî, di cui la mitografia greca offre infinite repliche, adombrano tutti una bella e buona usurpazione. E i nuovi signori, o, meglio, i loro adepti, i sacerdoti, che in quei tempi manipolavano disinvoltamente tanto la politica quanto la storia, si servono largamente degli oracoli per giustificarla e magari santificarla1.

E una serie perenne d’invasioni, d’usurpazioni, di soprusi, di delitti, è questo periodo della storia greca. Dal Nord, le spinte succedono alle spinte. E sulle coste approdano avventurieri: dall’Asia Minore, e anche dall’Egitto, antichi coloni andati alle terre del Nilo in periodi di xenofilia egiziana, discacciati in periodi di xenofobia. E i sopravvenuti, ora discacciano i più antichi dinasti, ora vengono a patti e convivono.


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  1. Il libro in cui appare più evidente questa frondeggiante soprastruzione fantastica alla storia è la Biblioteca d’Apollodoro, che, studiata da questo lato, offre risultati assai interessanti.